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Nel corso del 1916
venne disposto dalla Regia Marina l'ottavo
ed ultimo ampliamento nella storia dell'Arsenale. In quell’anno
venne infatti completato l'imbonimento del triangolo di area barenosa
che si trovava a ridosso delle antiche mura della novissima granda e delle mura ottocentesche innalzate, a
somiglianza delle prime, per isolare l’area dove erano stati ricavati i primi
due bacini di carenaggio. Su questo ennesimo grande triangolo di barena strappato alla laguna per le esigenze del grande complesso industriale, vennero in seguito costruiti alcuni edifici, assai spartani nella concezione quanto“minimi” negli spazi. Inizialmente furono destinati ad ospitare gli equipaggi dei sommergibili, all’epoca in cui l'Arsenale funzionava quale base navale di supporto a questi natanti; in seguito però essi vennero generalmente assegnati come alloggio del personale della Marina Militare Italiana in servizio a Venezia. Per l’infelice
collocazione dell’area in cui queste casette vennero edificate, alquanto
remota ed isolata rispetto alla città (a cui è ancora oggi collegata
esclusivamente tramite la lunga passerella realizzata in calcestruzzo all’esterno
delle mura perimetrali nord dell’Arsenale), per l'innegabile squallore
periferico del contesto industriale che fa loro da sfondo, infine per la
ristrettezza degli spazi vivibili, dai veneziani saranno sempre chiamate casarméte, ossia le “piccole caserme”. Fu anche coniato un motto, un tempo comunemente utilizzato nella zona del Sestiere di Castello che gravita intorno all’Arsenale, che diceva: "ma dove sémo, a le casarméte ??" per indicare un luogo di squallore e di tristezza. Vi è
da dire infine che tale situazione di scomodità non sfuggì alle alte sfere
militari del tempo ed infatti una nuova e più grande caserma venne non molto
tempo dopo edificata nell’area posta in testa al bacino medio di carenaggio. Benché, come detto, fosse
stata concepita per offrire agli equipaggi un più dignitoso alloggio, quando
venne terminata i sommergibili erano già stati spostati in altra base e la
caserma rimase così inutilizzata per lo scopo che era stata creata. Ai nostri giorni (2008), risultando ancora abbandonata, se ne è parlato per un suo riutilizzo come foresteria per il personale che trova impiego nelle varie attività produttive che stanno sorgendo in questa area dell’Arsenale. |
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