Caxa de le polveri

CAXA DE L’ARSENAL

Non molto tempo dopo la sua fondazione, l'Arsenale iniziò a produrre al suo interno il fabbisogno di polvere da sparo, cosa necessaria visto che notizie sulla lavorazione di sciopi et bombarde nella grande fabbrica pubblica si hanno fin dal 1377.

Comunque fosse, prima del 1440 è accertata l'esistenza di una caxa de le polveri dotata di una grande macina azionata da cavalli, collocata, o per meglio dire confinata, nell'estremo angolo sud-est del complesso industriale.

Prudenza opportuna quanto non mai, visto che la nuova tecnologia bellica non era ancora sotto il completo controllo delle maestranze: proprio nel 1440 infatti la caxa de le polveri improvvisamente esplode venendo distrutta e causando alle strutture intorno danni gravissimi. Fu infatti necessario restaurare le officine nell'area est della campagna, costruire nuovi squeri lignei ed infine intervenire sulla trecentesca teza longa de la tana.

Nonostante tutte le precauzioni adottate, una seconda esplosione analogamente disastrosa e con conseguenze simili alla prima, ebbe luogo nel 1449.

Nuovamente il 14 marzo del 1509, nonostante gli sforzi generosi delle maestranze, un violento incendio propagatosi nei pressi del deposito, arrivò infine ad intaccare le polveri; la terribile deflagrazione che ne seguì causò la distruzione degli edifici adiacenti, nonché il crollo di un lungo tratto del muro di cinta prospiciente il Rio de San Gerolamo.

Mentre procedevano le riparazioni, la produzione riprese regolarmente fino al 1522, quando, trovandosi occasionalmente a discutere sulla sicurezza dell'Arsenale, il Senato decretò che in attesa di una soluzione definitiva, la polvere da sparo venisse suddivisa in piccoli lotti da custodire ai piani alti di alcune delle numerose torri che scandivano il lungo perimetro del muro di cinta.

L'utilizzo delle torri in funzione di deposito continuò fino al 1539 quando, Dose Piero Lando, ebbe inizio il quinto ampliamento dell'Arsenale, operato a spese di un’area barenosa che ancora giaceva inutilizzata nell'estremo angolo nord-ovest, incastrata fra la laguna, il monastero di San Francesco de la vigna e quello della Celestia.

Non appena terminati i lavori di consolidamento e costruzione del muro di cinta, in questo settore venne rapidamente organizzato il recinto de le polveri, quindi progressivamente trasferite dalla caxa de le polveri le officine, la macina ed infine nuovamente concentrati in un unico deposito tutti i piccoli magazzini delle torri.

La realizzazione del recinto de le polveri avrebbe dovuto chiudere definitivamente la questione logistica ma, come si può leggere nell’apposita scheda, non fu affatto così.


Dopo lo spostamento del macchinario al recinto de le polveri, del complesso produttivo che ospitava la caxa de le polveri non rimase più nulla. Tutto venne demolito e l’area in seguito utilizzata per realizzarvi una parte del lungo fabbricato chiamato officina artiglieria.

Dalla veduta cinquecentesca di Jacopo de’ Barbari è possibile desumere quale fosse la collocazione della caxa de le polveri all’interno dell’Arsenale, che si nota essere perfettamente in linea con i resoconti delle cronache contemporanee in merito ai danni causati alle strutture attigue in seguito alle esplosioni.

 

QUARTIER DE L’ARTIGLIERIA

 

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