tezoni bassi a Loreto

CAXA DE L’ARSENAL

Nel 1473, essendo Dose Andrea Vendramin, vennero avviati i lavori per la realizzazione del terzo ampliamento dell'Arsenale, che fu reso possibile con l'acquisizione da parte dello Stato della vasta area barenosa posta a nord della darsena dell'Arsenal novo.

La terza darsena che ne risultò, chiamata novissima granda, inizialmente non venne utilizzata  per la costruzione di nuovi scafi ma per il ricovero della flotta durante il periodo invernale. Questo è il motivo principale per cui lo specchio d'acqua non venne da subito collegato con l'Arsenale ma usufruì inizialmente di un varco indipendente con la laguna, chiaramente visibile nella pianta realizzata nel 1500 dal de' Barbari, varco che però venne chiuso nel 1516.

A ridosso delle mura di confine a nord, lambite esternamente dal canal birià (poi deviato e  parzialmente interrato nel tratto finale), dopo il completamento dei tre tezoni aquatici de San Cristoforo, nel corso del 1544 iniziò la costruzione della lunga e suggestiva serie dei dodici tezoni de novissima granda, poi completata all'estremità est con la realizzazione di quattro tezoni bassi a Loreto che così vennero denominati perché nei pressi vi si venerava un'immagine della Madonna di Loreto, qui portata pare durante una pestilenza.

Con misure di 56 metri in lunghezza, 19 metri in larghezza e 9 metri in altezza (sottocapriata), i tezoni bassi a Loreto hanno misure uguali a quelli della novissima granda ma, come questi ultimi, minori dimensioni rispetto al volume dei tre tezoni aquatici de San Cristoforo,

Come i setti divisori dei tezoni de novissima granda, quelli della novissimetta e quelli (poi demoliti) dell'Isolotto, anche quelli dei tezoni bassi a Loreto erano formati da arcate a tutto sesto girate su capitelli a foglia d'acqua, sostenuti da colonne in pietra d'Istria formate da nove a undici rocchi di varia altezza (dai 12 cm. ai 45 cm.) e diametro variante fra i 55 cm. e i 140 cm. (misurati ai  tezoni acquatici alle canne). I capitelli a foglie d'acqua sono una costante tipica dell'Arsenale, e continuarono ad essere utilizzati per più di un secolo.

Sulla base di quanto riportato nella pianta redatta nel 1798 dal Maffioletti sullo stato dell’Arsenale alla caduta della Repubblica, si desume che, partendo da est, i quattro tezoni bassi a Loreto erano così utilizzati:

tezon (1): squero da bastimenti di basso bordo (utilizzato come deposito di legno di frassino);

tezon (2): squero da bastimenti di basso bordo (utilizzato come deposito di legname);

tezon (3): squero da bastimenti di basso bordo, (con quattro barche cannoniere imboscate);

tezon (4): squero da nave (con quattro barche cannoniere imboscate);

Dalla pianta si coglie inoltre che solo il profilo dell’affaccio sull’acqua del tezon (4) è perfettamente in linea con gli altri della novissima granda, mentre invece i rimanenti tre tezoni bassi a Loreto appaiono leggermente arretrati. Dall’andamento del muro di cinta si comprende infine che gli ultimi tre tezoni non avevano subito la sopraelevazione dei setti murari, in quanto inadatti ad ospitare la costruzione di navi stante la ristrettezza del bacino di varo.


Caduta la Repubblica nel 1797, durante la seconda occupazione francese (1806-1814), nel corso del 1810 iniziarono i lavori per la costruzione della torre de porta nova, la cui base impostata davanti all’ultimo tezon, ne ostruì definitivamente lo sbocco sull’acqua.


La torre de porta nova venne completata dagli austriaci nel corso della loro seconda occupazione (1814-1848) della città, e con l’occasione i quattro tezoni vennero ridotti per una parte della loro lunghezza, allo scopo di ricavarne lo spazio per una banchina/fondamenta adatta all’ormeggio dei vascelli in attesa di alberare.


Annesso il Veneto al Regno d’Italia nel 1866, con l’approvazione del piano di riordino dell’Arsenale approvato dalla Regia Marina, nel corso del 1903 il tezon (4) che era adibito a squero da nave, subì la demolizione di un tratto delle mura in altezza compresa la tettoia che venne rifatta con copertura a capanna; gli altri tre invece mantennero l’altezza originaria, conservando la classica copertura a quattro falde.

Successivamente i quattro tezoni vennero adibiti a magazzini e ad officine meccaniche e tale è ancora oggi (2007) la loro attuale destinazione.

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