porta de l'artiglieria

CAXA DE L’ARSENAL

L'anno in cui presumibilmente venne impostata la costruzione della porta de l’artiglieria è ancora in discussione, per alcuni venne iniziata nel 1539 e forse terminata nel 1560, per altri invece la costruzione venne intrapresa non prima del 1591.

Comunque sia, riprendendo molto da vicino la composizione stilistica dell’altrettanto famosa porta da terra del tezon del bucintoro, anche la porta de l’artiglieria si caratterizza dalle due porte con arco a tutto sesto poste ai lati e dall’identico ordine dorico-rustico, che hanno condotto ad ipotizzare se non la mano dello stesso Michele Sanmicheli, comunque quella di un suo allievo.

La porta de l’artiglieria è detta a volte anche porta dorica proprio in virtù del fregio lavorato a trifigli e meteope. Si noti inoltre che il soprastante attico è oggi mancante del leone marciano, che da qui venne strappato nel 1921 per essere collocato sul monumento creato ex-novo dove, prima delle manomissioni ottocentesche, sorgeva il Paradiso, uno dei tre edifici dove soggiornavano i Patroni a l'Arsenal.

Collocata al termine est del lungo stradal de campagna, la porta de l’artiglieria introduce in un settore dell'Arsenale dove nella discontinuità introdotta dalla novità del linguaggio architettonico, tipicamente cinquecentesco, gli edifici e le officine che qui vennero realizzati si articolano sostanzialmente per moduli.


La porta de l’artiglieria rappresentava una tappa dell'itinerario attraverso cui venivano condotti gli ospiti illustri della Repubblica. Questa sorta di percorso d'onore iniziava dalla porta da tera, proseguiva per lo stradal dei cantieri e giungeva di fronte al tezon del Bucintoro. Da qui ritornava indietro e attraversando il piazàl de campagna, percorreva poi lo stradal de campagna per giungere davanti alla porta de l'artiglieria. Da qui la visita volgeva al suo apice, con le fastose esposizioni di materiale bellico nelle sale de le armi e, per ultimo, al parco de le bombarde.


Dopo la caduta della Repubblica, durante la seconda occupazione francese (1806 - 1814), nel 1809 il settore costituito dalla porta de l'artiglieria, il deposito bale, granate e mitraglie, le sale de le armi, il reparto artiglieria, l'officina artiglieria, l'officina dei fravi e il museo de l'artiglieria, assunse la denominazione di Arsenal de terra e venne completamente isolato dal resto del complesso industriale, dando così vita ad una organizzazione autonoma adibita alla produzione di artiglieria per uso terrestre. L'accesso dall'interno dell'Arsenale avveniva solo attraverso la porta de l'artiglieria, mentre dall'esterno era necessario percorrere tutta la calle de San Zuane in rielo, in contrada San Piero de Castelo, dove venne gettato un ponte in legno che scavalcando il rio de San Gerolamo collegava la calle ad una porta ricavata nel 1809 sull'antico muro di cinta.

Solo nel 1866, con l'annessione del Veneto al Regno d'Italia, l'Arsenal de terra venne nuovamente congiunto alla grande fabbrica, venendo ora impiegato per la fusione e la conservazione delle artiglierie di piccolo calibro, delle armi portatili, nonché per il servizio alle armi subacquee; contemporaneamente anche l'ingresso dall'esterno venne definitivamente chiuso e il ponte demolito, ripristinando in tutto l'antico isolamento.

Da questo lato tuttavia un collegamento diretto con l'esterno continuò ad esistere, venendo però spostato vicino alla testata nord dell'officina artiglieria, tramite una passerella (ancora oggi esistente) che passando sopra il rio de San Gerolamo, collega l'Arsenale con l'area dell'ex chiesa e convento di San Daniel, divenuta zona militare con i decreti di soppressione napoleonici del 1806.

 

QUARTIER DE L’ARTIGLIERIA

 

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