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Al lato sud-est
dell'Arsenal novo, sullo spiazzo
di campagna che ancora era
sgombro al termine della fila dei dieci tezoni dei magazeni marittimi, verso la fine del XV secolo (una lapide
colà murata segna il 1476)
iniziarono i lavori per la costruzione ex
novo di un blocco di quattro edifici a schiera, che dunque non furono
ricavati, come d’uso, riutilizzando vecchi tezoni. I primi due muri
di fondazione, disposti paralleli, sono chiaramente visibili nella veduta
della città di Venezia, realizzata nel 1500
da Jacopo de' Barbari. Verosimilmente i lavori di costruzione dei nuovi edifici proseguirono con una certa
lentezza, se le sale de le armi furono portate a
compimento solo fra il 1530 e il 1550, per poi subire un intervento di restauro nel corso del 1562. Oggi come allora,
dopo aver percorso verso est tutto lo stradal de campagna ed aver varcato la soglia della
monumentale porta de l'artiglieria, sulla sinistra,
inserito sulla facciata del deposito de
bale, granate e mitraglie è facile individuare il portal de le sale de le armi, con l’arcata a
tutto sesto sobriamente decorata dal fregio ricavato nella chiave di volta.
Il portal introduce a sua volta al modesto
scalone che, impegnando il deposito de
bale, granate e mitraglie per circa metà della sua larghezza, in due rampe
conduce al solér (piano superiore).
Attiguo al deposito, segue il blocco tripartito costituito dalle sale de le armi, suddiviso anch’esso in due piani. Nei pè pian (piano terra) erano ordinatamente disposte le attrezzature per l'artiglieria navale, mentre ai soleri (primi piani), collegati fra loro da porte, era organizzata l'esposizione scenografica di armi bianche, di pistole e fucili, di numerosi trionfi appartenuti ai Capitani da Mar e ai Generali che erano stati al servizio della Repubblica, nonché di armi conquistate al turco nelle secolari lotte navali. Sia verso
l'interno, la strada de l’artiglieria, che verso la
darsena dell'Arsenal novo, le testate dei
tre edifici riprendono il partito architettonico costituito da un portale
centrale e due finestre laterali a piano terra, mentre al primo piano si
aprono tre grandi finestre a tutto sesto, inserite fra le cornici di più
antiche finestre architravate, forse quelle esistenti prima del restauro del
1562. I tre portali d’entrata verso l'Arsenal
novo
hanno tutti la chiave di volta abbellita dalla testa del leone di San Marco,
mentre verso l’interno ne è provvisto solo l’edificio d’angolo, che si
distingue dagli altri anche per gli eleganti davanzali inseriti nelle
finestre laterali del piano terra. Le sale alle armi erano inserite nell’itinerario interno all’Arsenale attraverso il quale venivano condotti gli ospiti illustri della Repubblica. Il percorso d'onore iniziava dalla porta da terra, proseguiva per lo stradal dei cantieri, e giungeva di fronte al tezon del Bucintoro, ritornava poi indietro e percorrendo lo stradal de campagna giungeva davanti alla porta de l'artiglieria. Qui erano visitate le sale de l’artiglieria e poi le sale de le armi, quindi il tragitto si concludeva al parco de le bombarde. A questo
proposito, le cronache raccontano che il 24 luglio del 1574, nella sala de mezo (centrale) delle sale de le armi venisse allestito un sontuoso banchetto
gastronomico e musicale in onore di Enrico III, il quale era ospite a Venezia
mentre dalla Polonia si stava recando in Francia per assumerne il trono.
Durante lo svolgimento della festa, dalle finestre delle sale egli potè
assistere, comprensibilmente stupefatto, al varo e al completo armamento di
una galea nel volgere di poche ore. Enrico III aveva dunque assistito alla
grande efficienza dell'Arsenale cinquecentesco, una macchina bellica che tre
anni prima aveva grandemente contribuito alla vittoria cristiana nella
battaglia navale di Lepanto. Caduta la
Repubblica, il meraviglioso apparato delle sale
de le armi
venne metodicamente spogliato di ogni apparato dalle truppe francesi che
lasciavano Venezia al termine della loro prima occupazione (1797-1798). Durante la
seconda occupazione francese (1806-1814), nel corso del 1809, il
settore costituito dal deposito de bale,
granate e mitraglie,
dalle sale de le armi, dalle sale de l’artiglieria, dall'officina artiglieria, dall'officina dei fravi e museo
de l'artiglieria,
assunse la denominazione di Arsenal de
terra
e venne completamente isolato dal resto del complesso industriale, dando vita
ad una organizzazione autonoma adibita alla produzione di artiglieria per uso
terrestre. L'accesso
dall'interno dell’Arsenale poteva avvenire solo attraverso la porta de l'artiglieria, mentre dall'esterno era
necessario percorrere tutta la calle de San Zuane in rielo, in contrada San
Piero de Castelo, dove venne
gettato un ponte in legno che scavalcando il rio
de San Gerolamo collegava la calle ad una porta
aperta nel 1809 sull'antico muro di cinta. Nel 1866, con l'unione del Veneto al Regno d'Italia, l'Arsenal de terra venne nuovamente congiunto alla grande fabbrica, per essere impiegato per la fusione e la conservazione delle artiglierie di piccolo calibro e delle armi portatili, nonché per il servizio alle armi subacquee. L'ingresso dall'esterno venne murato ed il ponte demolito, ripristinando l'antico isolamento. Tuttavia un
collegamento diretto da questo lato continua ad esistere ancora oggi, alla
testata nord dell'officina artiglieria, dove una
passarella scavalca il rio de San Gerolamo e collega
l'Arsenale con l'area dell'ex chiesa e convento di San Daniel. Nel 1964 l’Arsenale cessava ogni attività e le sale de le armi vennero dapprima utilizzate come magazzini dalla Marina Militare per poi essere abbandonate. Dal 2007, sopravvissuto praticamente integro nelle strutture portanti, dopo il passaggio alla Biennale di Venezia il blocco degli edifici è sottoposto ad un completo restauro che ne prevede la destinazione come spazi espositivi. |
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