sale vecie a le armi

CAXA DE L’ARSENAL

Entrando in Arsenale varcando l’austera porta da tera, si fuoriesce sul piazzale del porto, con la vista che spazia sulla darsena dell'Arsenal vecio e sullo sfondo, dopo la strettoia costituita dal ponte del molo, prosegue sul canal de le galeazze per chiudersi, in lontananza, sulla vasca de le galeazze.

Restando orientati verso nord, il lato sinistro del piazzal del porto è delimitato dall’edificio che un tempo ospitava le sale vecie a le armi, che vennero così chiamate allo scopo di distinguerle dalle altre sale de le armi che si trovavano in Arsenal novo.

Il fabbricato odierno venne realizzato nel corso del 1689 ed al suo interno era allestita una sorta di grande armeria-museo, con l’esposizione permanente di armi sufficienti ad equipaggiare di tutto punto non meno di ventimila uomini. Disposte sulle rastrelliere secondo la tecnica del festone "con grande arte, simmetria e bellezza", alle armi si accompagnavano anche altri cimeli di squisita fattura, armature di illustri capitani, ritratti ed altro materiale bellico.


Caduta la Repubblica nel 1797, la preziosa collezione di armi venne razziata per la sua quasi totalità dall’esercito francese al termine della prima occupazione (1797-1798).


Durante la seconda occupazione Austriaca (1814 - 1848), il piano terra delle sale vecie a le armi subì un restauro che si concluse nel 1818 e che consentì di organizzare il nuovo allestimento espositivo dell'altra grande raccolta d'armi, quella che un tempo era a disposizione del Consejo dei Diese in Palazzo Ducale, alla quale si accompagnarono quadri, modelli e cimeli che erano sfuggiti al saccheggio francese.

Non bastando però lo spazio, la collezione occupò anche il piano superiore ed in questa occasione la facciata delle sale vecie a le armi venne riccamente decorata dei rilievi, dei monumenti funebri e commemorativi che sono ancora oggi visibili. Alcuni di essi provengono da alcune chiese che furono sconsacrate durante le occupazioni straniere per essere poi demolite, altri che invece vennero qui collocati dopo essere stati strappati da altre fabbriche dell'Arsenale.

Al giorno d’oggi, alla sinistra di chi guarda l'edificio, si scorge in basso un bel bassorilievo di nave cocca (della fine del XVI secolo, proveniente dalla demolita chiesa di Santa Lussia) ed in alto il rilievo raffigurante un leone andante, datato 1562.

Il centro del prospetto è occupato dal grande bassorilievo voluto dal Senato ed eseguito dal celebre G. A. Morlaiter nel 1747, per celebrare il Conte Giovanni Matteo di  Schulemburg, generale di fanteria al servizio della Repubblica, che nel 1716 respinse vittoriosamente l'assedio turco all'isola di Corfù. Questa l'iscrizione: IOANNI MATHIAE S. R. I. C. DE SCHVLEMBVRG / SVMMO TERRESTRIVM COPIARVM PRAEFECTO / SENATVS / POSTRIDIE IDVS MARTII / MDCCXLVII.

Sulla destra, in basso, è collocato il monumento barocco eretto nel 1688 alla memoria del Conte Ottone Guglielmo di Koenigsmark, con l'iscrizione: OTHONI WILELMO CO. A KONISMARCH / IN SVPREME TERRESTRIVM COPIARVM CONTRA TVRCAS PRAE / FECTVRA SEMPER VICTORI / MDCLXXXVIII / S. C. . Costui fu il generale comandante delle truppe da sbarco veneziane che nel 1687, durante la campagna di Morea agli ordini di Francesco Morosini, pose l'assedio ad Atene, investendone successivamente l'Acropoli, dove ancora sorgeva intatto il famoso Partenone. Il generale è ricordato anche perchè il giorno 28 ottobre la sua artiglieria centrò il vetusto tempio, che era stato adibito a polveriera dai Turchi, distruggendolo.

Al di sopra vi è il monumento funebre fatto realizzare nel 1577 da Alvise Foscari in memoria dell'amico Girolamo Contarini, Procurator de San Marco, che si distinse con il grado di sopracomito (comandante) di galea nella battaglia per l’assedio di Cipro. L'iscrizione così recita: HIERONIMO CONTARENO DIVI MARCI / PROCVRATORI MARTIMA DISCIPLINA / FORTITVDINE ANIMI ET BELLICIS ARTIBVS / PRESTANTISSIMO TRIREMIBVS SEMEL ET / ITERVM PRAEFECTO CYPRIA PIRATIBVS DEFENSORI / AMICO VERO ET FIDELI ALOYSIVS FOSCARVS P. C. / VIXIT ANNOS LVI OBIIT MDLXXVII. Il monumento venne qui trasportato il 25 agosto 1815, proveniente dalla demolita chiesa del Santo Sepolcro.

Completato l’allestimento, al fine di consentire il libero accesso al pubblico dovettero essere bloccati i varchi che dal piazzale del porto portavano: da una parte verso la darsena nova e dall’altra lungo il lato ovest della darsena vecia. Per questo scopo vennero riutilizzati cinque dei sei pilastri marmorei che fino al 1797 sorreggevano la cancellata del corpo de guardia esterno, alloggiato nelle caxe de San Marco, fatte demolire dai francesi.

Il 2 agosto 1825 avvenne l'inaugurazione dell’esposizione, segnando così la fondazione di quello che oggi è noto come il Museo Storico Navale.


Annesso il Veneto al Regno d’Italia, l’edificio subì un rimaneggiamento nel corso del 1886 però sostanzialmente preservando le originarie forme della razionalità settecentesca, caratterizzandosi in particolare dalla facciata, dove l'orditura orizzontale delle fasce di pietra d'Istria sono intervallate dalle ampie finestre rettangolari.

Mentre in seguito la raccolta delle armi che era stata del Consejo dei Diese fece ritorno all’antica collocazione in Palazzo Ducale, a partire del 1964 le sale vecie a le armi divennero ufficialmente la prima sede del Museo Storico Navale, curato direttamente dalla Marina Militare Italiana, sede che in seguito venne spostata nei graneri publici, il grande edificio che sorge nel vicino campo San Biasio ai forni, accanto all’omonima chiesa.

Attualmente all’interno delle sale vecie a le armi è ospitata la biblioteca monumentale dell'Istituto di Studi Marittimi della Marina Militare Italiana.

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