Le SCHOLE de DEVOZION

Le Schole veneziane e in particolar modo le Schole Picole erano, in via teorica, organismi "aperti", nel senso che chiunque volesse poteva entrare a farne parte, naturalmente pagando la sua benintrada (tassa d'ingresso) a prescindere dal sesso e dal ceto. Per quanto riguardava l'età, non bisognava di regola essere minori di 15 o di 16 anni, a seconda della confraternita.

Rilevante era inoltre il fatto che ognuno fosse libero di poter far parte di più di una Schola Picola contemporaneamente, al contrario di quanto invece avveniva per le Schole Grandi. Il cerimoniale di ingresso alla Schola avveniva quasi sempre in chiesa, davanti all'altare a cui si faceva riferimento e poche sono le mariegole che permettono alla Banca di ricevere i confratelli dove a loro paresse opportuno.

Ultimo importante elemento che distingueva le Schole Picole da quelle dei Battuti era l'ammissione di donne. Mentre le Schole dei Battuti, più tardi Grandi, non ammettevano le donne dopo il primo Trecento, la gran parte delle Schole Picole si caratterizzava per un organico misto.

 

Come è ben noto dai documenti oggi disponibili, la vita della confraternite, fin dagli albori, ruotava attorno alla matricola, o Mariegola, quella che in uno dei capitoli della scuola di San Nicolò dei mercanti, fondata nel 1319, viene esplicitamente chiamata la Mare della scuola. Molta attenzione doveva essere prestata alla stesura di questo documento di fondamentale importanza, così uno dei capitoli ricorrenti in tutte le mariegole è proprio quello che impone di scriverlo sempre in bona lettera e formata

In stretta analogia con le Schole Grandi, al vertice delle quali sedeva il Guardian Grando, la massima carica della Schola Picola era rappresentata dal Gastaldo (il Presidente, in alcuni casi indicato anche con il nome di Guardian o di Governator) incaricato di coordinare l'attività e sovrintendere all'organizzazione del sodalizio.

Dopo il Gastaldo veniva il Vicario, con funzioni di Vicepresidente; accanto al Gastaldo erano inoltre presenti lo Scrivano e i Degani. Compito del primo era quello di tenere aggiornati gli appositi registri, mentre i secondi erano posti ciascuno a capo di un colomello (gruppo di fratelli) e tenevano un rotolo nel quale era segnato il nome dei confratelli che a loro facevano riferimento, con l'obbligo per ogni confratello di notificare l'uscita o l'entrata nei rispettivi rotoli in caso di variazione della residenza. Attraverso i Degani dunque ogni Schola si dava la sua organizzazione nel territorio, mantenendo collegamenti diretti con tutti i confratelli.

Gastaldo, Vicario, Scrivano e Degani costituivano l'organo di governo della Schola, denominato Banca (termine che deriva proprio dalla "panca", posta in posizione rialzata, dove sedevano i suoi membri).

Vi erano poi altre cariche minori, tra le quali il Quadernier ossia il Vicesegretario, i Sindici cioè i Revisori e, buon ultimo rimane il Nonsolo, termine squisitamente veneziano per indicare il becchino, con il compito quindi di preparare il cadavere alla sepoltura e di avvertire i Degani perchè provvedessero ad informare le autorità.

L'organo assembleare della Schola era rappresentato dal Capitolo che si riuniva in seduta generale di norma due volte all'anno e alle quali dovevano essere presenti tutti i Confratelli.

In ciascuna Schola ogni confratello aveva una tolella, una tavoletta di legno o tessera d'iscrizione, che veniva appesa ad un cancello in modo che tutti potessero sapere chi ne faceva parte. Il Cancello non era un cancello nel senso proprio del termine, bensì forse una griglia su cui venivano appese le tolelle di tutti i confratelli presenti nei giorni ordinati; negli altri giorni esse erano conservate normalmente in apposite caselete (contenitori). La tolella andava levata regolarmente e quando si levava tolella , espressione fra le più ricorrenti nelle mariegole, di doveva versare alla Schola una certa somma, comparabile ad una quota associativa. 

 

Va ricordato infine che tutte le cariche della Schola erano elettive e duravano dodici mesi, non trattandosi però di un'elezione come la si potrebbe intendere in termini odierni, calzando perfettamente, anche in riferimento alle confraternite, le parole che il Lane usò in relazione alle ben più importanti cariche comunali: anche nel nostro caso era la carica che cercava l'uomo più che il contrario, essendo in teoria proibita la possibilità di potersi candidare. Oltre a ciò, in nessun sodalizio gli eletti potevano rifiutare la carica, salvo in caso di iusta e legitima excusation, mancando un motivo plausibile si correva il rischio di essere cacciati.

Una volta usciti di carica gli ufficiali erano soggetti ad un periodo di contumacia, durante il quale non potevano essere rieletti. Tale periodo era usualmente di due o tre anni: "et questo perchè cadauno habbia a partecipar di honori et fadighe".