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L'origine delle Schole grandi veneziane deriva dalle Scuole dei battuti, congregazioni medievali dedite alla preghiera ed in talune occasioni alla mortificazione della carne che i confratelli si autoimponevano con l'uso del flagello. Avversate sin dal loro apparire dal Governo della Repubblica per l'estremismo religioso che si proponevano di diffondere, in cittā la fondazione della prima Schola dei battuti di cui si abbia memoria scritta risale al 1260, e fu dedicata a Santa Maria de la Caritā.

La dicitura Schole grandi, quando usata nel periodo tre-quattrocentesco, dal punto di vista formale risulta essere improprio; solo successivamente infatti lo Stato si ingerė profondamente della materia, arrivando ad assumerne il pieno controllo dell'attivitā, sospingendole verso la pubblica beneficenza e la solidarietā.

Nel 1501, in occasione dei funerali del Cardinale Zen, il Sanudo ("I diarii", tomo IV, pag.63) riporta il numero dei confratelli delle cinque Schole grandi allora esistenti: Schola de San Marco 784, Schola de San Zuane Evangelista 622, Schola de San Rocco 512, Schola de la Misericordia 612, Schola de la Caritā 623.

Nel 1522 si aggiunse la Schola de San Teodoro e solo verso la fine del Settecento la Schola dei Carmini.