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Nell'anno 1128, essendo Doge Domenico Michiel, venne presa una Parte (approvata una legge) secondo la quale da quel momento in avanti in taluni capitéli dovesse ardere sempre nel corso della notte dentro al cesendelo (la lanterna votiva tipicamente veneziana) la fiammella, a rischiarare le immediate vicinanze.
Collocati non a caso nei posti nevralgici della viabilità: alle crosere (incroci) ai cantoni (angoli), oppure vicino ai ponti, i cesendelli brillavano nell'oscurità, testimoniando così la devozione popolare e divenendo anche preziosi ... segnalazioni stradali, portando Venezia ad essere la prima città al mondo ad avere le vie illuminate nel corso della notte con metodo non casuale.
Ai nostri giorni, spesso affollati delle foto tessera dei defunti della contrada, in memoria forse degli antichi cimiteri rionali dei quali si serba il ricordo nella toponomastica cittadina, i capitéli sopravvissuti non sono oggetto frequente degli studi dei molti appassionati di tradizioni veneziane, non esistendo che forse un paio di pubblicazioni di buon livello, tra le quali quella che è stata qui presa in considerazione: "I Capitèli di Venezia".
che rappresenta forse l'ultima raccolta fotografica quasi sistematica e quasi centrata sull'obiettivo che dichiara di voler raggiungere in prologo: il catalogo dei capitéli esistenti a Venezia.
La pubblicazione, pur pregevole, presenta infatti alcuni limiti importanti: non contiene le fotografie di tutti i capitèli, fa confusione fra i capitèli in senso stretto (sulla pubblica via), i capitèli che insistono in aree e in giardini privati e le moltissime immagini sacre sparse per la città. Sono infine sfuggiti agli autori, ma ciò è comprensibile in una città così "intricata", la rilevazione di alcuni capitèli di non recente realizzazione.
Questa sezione della Schola Picola ripropone pertanto una rivisitazione di quello studio, avendo completato il censimento dello stato dell'arte fotografando e qui catalogando ogni capitèlo che risponda ai seguenti requisiti: forma (nicchia, edicola, altarino, sacello), affaccio sulla pubblica via, posizionamento (punti "critici" della viabilità), impianto di illuminazione (o resti di questo).
I bassorilievi, le statue e altre immagini sacre, qui escluse, formano oggetto di una sezione separata.
La suddivisione si basa sulla consueta ricostruzione delle antiche contrade della città; ogni capitèo è comunque facilmente rintracciabile, all'interno di ciascun sestiere, dal numero anagrafico ad esso più vicino.
Solo per gli interessati:
Venezia si sta dissanguando, la popolazione autoctona è evaporata, scomparsa, rimpiazzata da seconde case e attività alberghiere di tutti i livelli. La ricognizione ha fatto emergere un dato sconfortante: la stragrande maggioranza dei capitèli è ormai priva non solo della normale sorveglianza (e ciò a tutto vantaggio dei vandali e dei semplici idioti) ma anche, ed in alcuni casi da più decenni, della periodica manutenzione. Giorno per giorno infatti il legno marcisce e la pietra si sgretola: nella totale indifferenza dei più si sta dissolvendo anche questa parte di autentica e popolare venezianità.
Con una donazione vincolata, non necessariamente elevata (e in parte anche deducibile), è possibile effettuare interventi di restauro conservativo mirati nonchè pianificare la nuova illuminazione.
Scegli fra quelli più compromessi, scrivici e adotta anche tu un capitèo venexian !