Repubblica Serenissima

Magistratura senatoria

Semplicemente Serrata

provedadori sora li monasteri de le monache

(provveditori ai monasteri delle monache)

 

istituzione

competenze

dignità politica

bibliografia essenziale

 

Istituzione.

Il motivo principale che spinse il Consejo dei Diese all'istituzione di questa magistratura, il cui titolo ufficiale di Provedadori sora li Monasteri de le Monache venne ben presto decurtato in Provedadori sora li Monasteri, fu la necessità di disporre di un'agile organo delegato che sostenesse la non facile opera dell'autorità ecclesiastica, impegnata in quel tempo a ricondurre entro limiti più accettabili il livello di moralità dei molti monasteri degli ordini femminili in Venezia.

La rilassatezza dei costumi delle monache aveva infatti portato, nel corso del XVI secolo, la questione morale ad un livello così allarmante che non di rado i luoghi dove esse vivevano venivano definiti non monasteri, ma postriboli e bordelli pubblici.

Vi è da dire però che questo diffuso lassismo costituiva la rabbiosa reazione di giovani nobildonne nei confronti di una impegnativa scelta di vita che veniva loro imposta attraverso la monacazione forzata, con l'unico scopo di non disperdere il patrimonio di famiglia.

Ne derivava la sistematica violazione della regola della clausura, apertamente attuata da donne affatto attratte da una vita afflitta da continue privazioni materiali; il lusso spropositato che albergava dentro ai conventi, contrario alle regole di qualsiasi ordine religioso, per mezzo del quale le condannate cercavano di lenire la propria segregazione dal mondo.

Va forse ricordato che le leggi per regolare la materia non mancavano, tuttavia esse rimanevano comunemente lettera morta visto che la maggior parte delle monache licenziose erano spesso figlie, sorelle od anche parenti di eminenti senatori della Repubblica; e d'altro canto anche gli esterni che d'abitudine frequentavano i parlatoi delle monache erano per lo più figli, fratelli o nipoti di nobilomeni veneziani.

Stante il risvolto politico, in linea generale, gli organi pubblici avevano scelto di non intervenire, sia per non ingerirsi di competenze appartenenti alla sfera ecclesiastica, ma sia (soprattutto) per non attirare contro di sé il dissenso delle potenti famiglie patrizie direttamente coinvolte nella questione. A scompigliare la forzata neutralità del Governo, il caso volle che a salire il soglio patriarcale venisse chiamato un Priore di nobile famiglia, tale Beato Antonio II Contarini di Pietro il quale, non appena insediatosi, con una prima serie di energici provvedimenti manifestò chiaramente la propria volontà tesa a ricondurre la vita monastica femminile entro i suoi giusti binari.

Incontrate immediatamente fortissime resistenze, il prelato ottenne l'appoggio di Papa Leone X il quale, mentre con una breve invitava il Patriarca a perseguire, con un'altra pregava la Repubblica, nella persona del Dose, di non esitare ad intervenire in supporto del proprio ministro.

Sentendosi sollevato da ogni pregiudiziale politica ed etica nei confronti della Chiesa, lo Stato non si fece pregare ed il Consejo dei Diese deliberava il giorno 18 settembre 1521 l'elezione straordinaria di tre nobilomeni, tolti da qualunque ufficio, con il titolo di Provedadori sora li Monasteri de le Monache.

Esaurito l'incarico di sostenere il Patriarca nella sua opera di moralizzazione ed avendo nel frattempo emanato abbondanti norme e regolamenti sulla disciplina da tenersi dalle monache di clausura, e dai Gastaldi che i beni di quei monasteri amministravano, la magistratura lentamente decadde d'importanza, finchè tra l'indifferenza generale cessò di essere eletta.

Una volta scomparso l'ufficio, altrettanto repentinamente tutto tornò come prima, tanto che il Consejo dei Diese dovette più volte intervenire a far rispettare le leggi a suo tempo promulgate, finché nel giugno del 1522 ordinò che venisse ripresa l'elezione dei Provveditori ma il tentativo, pur provenendo da un Consiglio così autorevole, andò a vuoto: tutti i nobilomeni che venivano eletti rifiutavano immediatamente una carica foriera solo di grandi fastidi e di pericolosissime inimicizie. Giusto il tempo di acconciare i giusti rimedi ed il 29 ottobre dello stesso anno il Consejo dei Diese ordinò nuovamente l'elezione della carica, ma questa volta dettando precisi vincoli: elezione dei tre provveditori, possibilità di essere tolti da qualunque altro ufficio e soprattutto una robusta multa di 500 ducati in caso di rinuncia alla carica.

Neanche a dirlo, le elezioni dei Provveditori ripresero subito il loro normale svolgimento, mentre nel contempo l'importanza dell'ufficio venne accrescendosi, tanto che nel corso 1526 ai Provveditori venne concesso l'ingresso in Senato (nel caso non fossero già essi stessi dei senatori), pur senza diritto di por ballotta (votare).

L'importante scelta di acconsentire la partecipazione ai lavori del Senato, fu l'inizio di un generale convincimento dell'indispensabilità dell'azione amministrativa svolta ddll'ufficio, cosa che gli valse il riconoscimento alla perpetua rielezione, dichiarata dal Consejo dei Diese con la Parte del 30 ottobre 1528.

 


Competenze.

Oltre alle deleghe originarie, con successive disposizioni nuove competenze vennero aggiunte:

  • Nel 1531, i Dieci autorizzarono l'ufficio a dotarsi di un ragioniere e di due servitori, che rimanevano in carica a beneplacito dei Provveditori e stipendiati con i proventi delle multe comminate ai Gastaldi fraudolenti nell'amministrazione dei monasteri;

  • nel 1536, la durata della carica venne elevata da uno a due anni, venne riconfermata l'autorizzazione a partecipare ai lavori del Senato (Capitolare del Pregadi c.III) vedendo da ora concessa anche la possibilità di por Parte (proporre leggi) nella materia di sua competenza;

  • nel 1551 il Consejo dei Diese decretò che a questa carica non si potesse associare nessun altro incarico minore, nè era possibile dimettersi se non al compimento del mandato. Nella medesima deliberazione si esplicitarono per la prima volta anche le competenze giudiziarie dei Provveditori: autorizzati ad istruire processi e ad infliggere pene, ma nei casi di particolare gravità la loro competenza si esauriva nell'istruzione del processo, che poi dovevano trasmettere ai Capi dei Diese;

  • nel 1556 il Consejo dei Diese concesse ai Provveditori la possibilità di una spesa mensile autonoma di due ducati; mentre con l'occasione si rammentò che tutte le opere di pertinenza dei monasteri dovevano essere finanziate con i fondi di quelli;

  • nel 1565 ai Provveditori venne concesso di partecipare alle riduzioni del Consejo dei Diese, solo quando si discutesse di materie attinenti i monasteri e comunque impossibilitati di por ballotta;

  • nel 1583, a seguito della riforma del Consejo dei Diese, i Provveditori poterono essere tolti anche tra i membri del Senato. Nel contempo si decretò anche che ricevendo querela per violazione della clausura, una volta formato il processo i Provveditori lo avrebbero trasmesso agli Avogadori de Comun.

  • nel 1584 venne loro concesso di avere al proprio servizio un segretario, il quale ebbe l'obbligo di riferire mensilmente al Consejo dei Diese l'operato della magistratura.

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Dignità politica.

Confermata la sua utilità, il Senato ne avocò l'elezione (cfr.: libro ROAN II) assegnando a questa magistratura la dignità di Magistratura Senatoria ed il titolo di semplicemente serrata.

Non va tuttavia dimenticato che questa magistratura continuò ad essere sempre fortemente legata al Consejo dei Diese, che non esiterà ad utilizzarla quando necessitava di essere rapidamente informato su elementi di turbativa della morale pubblica (identica situazione in cui verrà a trovarsi anche l'ufficio degli Esecutori contro la Bestemmia).

 


 

Bibliografia essenziale.

BESTA "Il Senato Veneziano" pag.63, 74, 163, 165/170

FERRO "Dizionario di diritto..." tomo VII, pag.227

ASV "Cartografia, disegni, miniature..." pag.118

SANDI "Principi di storia..." P.3^, vol.1, pag. 195 segg.

TENTORI "Storia politica, religiosa..." vol.7, pag. 271

GIULIANI "Genesi e primo..." pag.46 segg.

   

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