organi costituzionali

Repubblica Serenissima

Consejo dei Diese

ORGANIZZAZIONE INTERNA E FUNZIONAMENTO

 

convocazione.

ordine dei lavori.

procedure di voto.

obblighi e limiti alla libertà personale.

 

La convocazione.

Seppure le competenze che gli vennero assegnate rivestissero grande importanza, rientrato il periodo di allarme il Consiglio prese a riunirsi con assai ridotta frequenza, tanto che nel corso del 1339 una Parte approvata dal Mazor Consejo se da una parte rammentava i gravosi compiti dell'ufficio loro, dall'altra impose ai Diese che le riduzioni avessero una cadenza non inferiore alle quattro volte al mese.

Di tali richiami d'ora in avanti non si ebbe più bisogno, perchè il Consiglio iniziò regolarmente a ridursi ogni mercoledì mattina, ben presto ampliando gli incontri con sessioni straordinarie durante gli altri giorni feriali che si protraevano anche nel pomeriggio, quando non alle ore notturne.

Infine, data la gran mole di lavoro da sbrigare, negli ultimi anni della Repubblica il Consiglio si riuniva praticamente ogni giorno feriale ed anzi,  grazie ad una Parte approvata dal Mazor Consejo nel 1693, ad esso fu riconosciuta la facoltà di continuare la propria delicatissima attività anche nei giorni festivi.

Alla convocazione ordinaria provvedeva normalmente il Minor Consejo, mentre invece le riduzioni a carattere straordinario avvenivano o su iniziativa dei Consiglieri ducali, supremo ufficio di presidenza della struttura costituzionale, oppure su proposta dei tre Capi dei Diese, ufficio di presidenza del Consiglio. Tuttavia, se accadeva che di fronte alla richiesta di convocazione dei tre Capi,  il Minor Consejo non ravvisasse invece alcuna necessità per una riunione straordinaria, esso aveva l'obbligo di esplicitarne immediatamente il motivo. Qualora la maggioranza dei tre Capi non fosse stata dello stesso parere, la convocazione doveva aver luogo nel giorno richiesto.

 

L'ordine dei lavori.

Seppure i lavori del Consiglio, tanto politici che penali, si svolsero sempre avvolti nel più completo segreto, ciò non deve però indurre a credere che per questo motivo anche la procedura giudiziaria si svolgesse all’insegna del più completo arbitrio. Esistevano infatti precise norme che regolavano minutamente ogni aspetto, ad iniziare dalla legalità della seduta, che era dichiarata valida ad affrontare dibattimenti non aventi carattere istruttorio o di processo penale, solo se in presenza del quorum che si raggiungeva quando erano presenti:

  • cinque dei sette componenti del Minor Consejo;

  • sei dei dieci componenti del Consejo dei Diese;

  • uno dei tre Avogadori de Comun.

Se in determinate occasioni, considerate di particolare gravità, era consentito l'ingresso anche ai Savi che componevano le tre Mani della Consulta, essi partecipavano però in qualità di osservatori, senza diritti.

Per i dibattimenti che avevano invece carattere istruttorio, era considerato sufficiente il quorum legato alla presenza di dodici membri, ma in questo caso però non poteva essere computato il Dose. Per l'espletamento delle funzioni penali era invece d'obbligo la presenza completa di tutti i membri.

Volendo però che gli affari fossero seguiti sempre nel pieno numero, nel 1414 una Parte stabilì che in caso di assenze il Consiglio la magistratura potesse provvedere con l'elezione di tanti aggiunti quanti ne bastassero per completare i ranghi, specialmente nei casi in cui il Dose o parte del Minor Consiglio (assieme ai tre Capi della Quarantia finché furono ammessi) fossero dichiarati assenti per impegni concomitanti.

Tuttavia, per il fondato timore che in questo modo potessero espandersi fuori di ogni controllo le già vaste prerogative del Consiglio, a partire dal 1427, in via definitiva, fu stabilito che il Minor Consejo avesse l'obbligo di assistere ai lavori sempre al completo, rimanendo ammissibile solo l'assenza del Dose.

Nella prima riduzione dopo l’assunzione della carica, i Diese dovevano ascoltare dai segretari la lettura del loro Capitolare e quindi giurarne solennemente l'osservanza, promettendo la loro intenzione a perseguire l'utile e l'onore dello Stato, aborrendo a qualsiasi interesse privato. Le sedute successive iniziavano generalmente con la lettura, eseguita sempre da un segretario, delle missive pervenute, quindi si passava all'esame delle denuncie anonime rinvenute nelle casselle delle denontie (dette anche bocche di leone) sparse per la città, e poi le rare che venivano inoltrare corredate delle generalità del mittente.

Rispettando una consuetudine comune anche a tutti gli altri consigli dello Stato, gli affari inerenti l'interesse pubblico venivano senz'altro esaminati con precedenza assoluta rispetto a quelli che ricadevano nella sfera degli interessi privati.

 

Le procedure di voto.

Le procedure di voto erano disciplinate con le stesse identiche norme che al riguardo si applicavano in tutti gli altri consigli dello Stato: quindi con l’uso del bossolo, delle ballotte e del voto segreto.

La maggioranza assoluta era una delle strettezze più comuni che era generalmente necessario superare per poter arrivare alla deliberazione finale; mentre invece per le Parti che sospendevano oppure revocavano altre precedentemente approvate dal medesimo Consiglio o da uno precedente, occorreva la maggioranza dei 2\3 dei voti.

Normalmente i 2\3 delle ballotte disponibili erano anche necessarie per l'approvazione di delibere aventi carattere interpretativo di altre norme, sempre che le stesse non fossero sottoposte a loro volta a particolari strettezze.

Una particolare eccezione costituivano i provvedimenti che venivano classificati materia di Stato, perciò strettamente attinenti alla sicurezza della Repubblica. Per questi decreti, in relazione alla rapidità con cui le decisioni dovevano essere assunte, le norme viste precedentemente non si applicavano e per la loro approvazione era ritenuta sufficiente la maggioranza semplice.

Era inoltre facoltà di tutti i membri aventi diritto, di poter proporre durante il dibattimento un proprio scontro (una differente proposta) alla Parte in discussione, con l'obbligo però che lo stesso facesse riferimento circostanziato all’argomento che in quel momento si stava trattando.

 

Obblighi e limiti alla libertà personale.

Le norme principali che sancivano gli obblighi e le limitazioni alla libertà personale a cui andavano soggetti i membri del Consejo dei Diese, riguardavano in prima istanza l’obbligo del segreto, la frequenza alle riduzioni ed il divieto assoluto di lasciare Venezia durante la carica.

Altre ancora ne seguivano, non meno rigide anche se probabilmente poco note, e delle quali se ne offre un breve elenco:

  • multa di tre grossi per ogni assenza;

  • multa di dieci grossi e decadenza automatica in caso di tre assenze consecutive non motivate;

  • decadenza  in caso di tre assenze consecutive per causa di malattia;

  • obbligo di non uscire da Venezia senza il permesso dei tre Capi, con licenza che di norma era concessa  per non più di otto giorni, e comunque quasi mai per due mercoledì consecutivi;

  • decadenza in caso di assenza da Venezia per più di quindici giorni consecutivi;

  • decadenza dall'incarico di Capo  in caso di assenza alle riduzioni per otto giorni consecutivi;

  • multe rilevanti nel caso l'assenza fosse imputabile a malafede, cioè attuata con lo scopo di decadere dall'incarico, eludendo così l'obbligatorietà dell'ufficio;

  • divieto di indossare abiti dalle fogge e dai colori vistosi; la Legge stabiliva che i Diese vestissero sempre il colore nero, che poi era quello abitualmente usato da tutti i nobilomeni senza cariche di particolare rilievo.


 

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