Ospeai & Ospissi

Ospeal e Oratorio dei Crosechieri

SESTIER DE

 CANAREGIO

La storia.

Conclusa nel 1150 la costruzione della chiesa e del convento dei Crosechieri (così chiamavano i veneziani i frati dell'Ordine dei Crociferi), nel corso del 1155, grazie alla generosa donazione della famiglia Gussoni, veniva realizzato dirimpetto un ospeal ed annesso oratorio, dove i frati Crosechieri offrivano ospitalità ai pellegrini e ai crociati in transito per Venezia e diretti verso la Terrasanta.

Nel 1214 un furioso incendio devastò l'ospeal, che fu tosto rifabbricato. In questa occasione, essendo venuto meno il fervore dei crociati, iniziarono ad essere preferite nell'accoglienza le vedove povere ed ammalate. Si ha inoltre notizia che nel 1254 il personale ospedaliero al servizio degli ammalati fosse composto da due sacerdoti, da un diacono e da dieci frati Crosechieri laici.

Nel 1268 il Dose Ranier Zen (1253-68) lasciava per testamento all'ospeal la proprietà di sedici caxette dislocate in Contrada Santa Sofia e disponeva altresì che le rendite derivanti dagli affitti di queste fossero spese dai Commissari per l'acquisto di letti, coperte, lenzuola, sedie e altri oggetti che fossero utili agli infermi. Legava infine al mantenimento dell'ospeal anche i ricavi di alcuni vigneti posseduti in Istria.

Nel corso del '300 l'ospeal diviene più propriamente un ospissio e nonostante la primitiva volontà del donatore, a partire dalla metà del XV secolo qui verranno accolte esclusivamente donne indigenti. La loro ammissione sarà decisa, fino al 1664, in completa autonomia dal Prior dei Crosechieri.

Nell'intento di indurli a maggior disciplina, nel 1464 papa Pio II espropria l'Ordine dei propri beni, che a Venezia passano in commenda prima al cardinale Bembo, e successivamente al cardinale Bessarione.

Nel 1514 i Crosechieri si trovarono a dover fronteggiare le rovinose conseguenze di un secondo incendio che distrugge quasi completamente il convento e l'ospeal. Privi di risorse economiche, conseguentemente l'opera di ricostruzione procede con estenuante lentezza, per la scarsità di denaro ma anche ai maggiori costi dovuti agli ampliamenti introdotti in corso d'opera. Solo nel 1543 sarà portata a termine la riparazione del convento e nel 1553 anche il ripristino dell'oratorio potrà dirsi concluso. La sua ristrutturazione culminò più tardi nella decorazione artistica che i Crosechieri affidarono a Jacopo Palma il Giovane e che questi realizzò tra il 1583 ed il 1592, grazie in particolare al munifico sostegno avuto dal Dose Pasquale Cicogna (1585-1595), particolarmente legato all'Ordine.

In otto teleri che occupano tutte le pareti, sono narrate, con forte realismo, le vicende legate alla storia dell'ospeal e dell'Ordine, nonché momenti della tradizione cristiana a cui i Crosechieri erano particolarmente devoti: all'altare: sormontato da due angeli lignei del XV secolo stava in antico una Adorazione dei Magi, ai lati dell'altare, a sinistra: Papa Anacleto istituisce l'ordine dei Crosechieri; a destra: Paolo IV consegna il Breve relativo all'Ordine all'ambasciatore veneziano; parete di fronte all'ingresso, a destra: Il senator Pasquale Cicogna assiste alla messa nell'oratorio dei Crosechieri, al centro: Il procurator de San Marco Pasquale Cicogna riceve la notizia della sua elezione a Dose mentre assiste in chiesa alle sacre funzioni; a sinistra: Il Dose Pasquale Cicogna visita l'ospedale dei Crociferi nel giorno dell'Assunzione. Di fronte all'altare: Cristo deposto nel sepolcro e Il Dose Renier Zen e la moglie in adorazione del Redentore; sopra l'ingresso Flagellazione e, ai lati, due figure allegoriche in chiaroscuro. Soffitto: a cassettoni lignei, dove un coro di angeli musicanti circonda la Vergine Assunta, titolare dell'oratorio.

Nel 1595, alla scomparsa del loro grande protettore, il Dose Pasquale Cicogna, i Crosechieri accolsero nella loro chiesa il suo monumento funebre, che venne conservato nel posto originario anche dopo la ricostruzione dell'edificio operata da parte dei Gesuiti.

La storia dei Crosechieri stava infatti volgendo alla fine. Nel 1656, risultando vano ogni tentativo di ricondurre l'Ordine alla originaria moderazione, papa Alessandro VII decretava la sua definitiva soppressione, mentre tutti i beni di loro proprietà presenti nel territorio della Stato veneto furono assegnati dal papa stesso alla proprietà della Repubblica.

In conseguenza di ciò l'ospeal passò sotto la giurisdizione dei Procuratori de San Marco de çitra, venendo destinato ad accogliere dapprima le vedove dei soldati che cadevano nelle continue guerre contro i Turchi, ma in seguito aperto ad ospitare anche ogni sorta di povere, che fossero vecchie ed inferme.

Caduta la Repubblica nel 1797, l'ospeal non cessò la sua attività, ma sopravvisse indenne agli editti napoleonici del 1806. Ai nostri giorni, intitolato alla memoria del Dose Renier Zen, dotato di quattordici camerette ed amministrato dall'IRE per conto dell'Amministrazione Comunale, l'ospissio  continua a svolgere il suo plurisecolare compito di assistenza.

 

L'edificio.

Il complesso rappresenta l'unica testimonianza dell'antica presenza a Venezia dell'ordine dei Crosechieri che sia sopravvissuta alle demolizioni e alle trasformazioni attuate successivamente dai Gesuiti, che subentrarono nell'area nel 1657.

L'ospeal si distingue assai facilmente dal lungo fianco in campo dei gesuiti, caratterizzato dai quattro grandi camini disposti in serie, che segnalano il ritmico susseguirsi delle camerette-ricovero delle dodici stanzette.

Sulla facciata a capanna con oculo centrale sul timpano, si apre il portone d'ingresso, sormontato da un bassorilievo del XIV secolo dove una composizione plastica raffigura la Madonna in trono col Bambino e San Magno. Una piccola croce in metallo è posta sul fastigio della facciata.

Al suo interno l'edificio ricalca sostanzialmente l'impianto distributivo classico degli ospissi veneziani, costituito da parti comuni adibiti ad una sosta limitata, quasi dei percorsi; le stanze allineate sui due lati; l'oratorio posto in testa all'edificio.

Per quanto riguarda invece l'oratorio, come detto, esso venne restaurato nel 1553 e a questo proposito sull'architrave della porta d'ingresso, sormontata dall'emblema delle tre croci collocate al centro del vuoto sepolcro di Maria, simbolo dei Crosechieri, è incisa la seguente iscrizione:

 

HOSPITALE  S MARIAE CRVCIFEROR

 RESTAVRATVM ANNO DNI M D L III

 

Dopo la caduta della Repubblica nel 1797, l'ospeal fu restaurato nel 1821 e poi ancora nel 1882 a cura della Congregazione di Carità. In anni a noi più recenti, passata la proprietà all'I.R.E., l'oratorio venne restaurato nel 1982-84.

La tela Adorazione dei Magi, che stava all'altare, opera di Palma il Giovane, scomparve alla fine dell'Ottocento, venendo sostituita dalla pala Adorazione dei Magi di Paris Bordone, ma anch'essa in seguito scomparve. Attualmente vi è esposta la Vergine adorata da Venezia, opera di Pieter de Coster (XIX secolo).

Vi è da dire infine che nel corso del 1884 l'oratorio mutò il nome del protettore, venendo intitolato ai Santi Filippo Neri e Luigi Gonzaga, quando la pia unione che venerava i due Santi l'ottenne in concessione. Attualmente esso è tornato ad essere dedicato, come in origine, all'Assunta.

 


 

 

 

 

 

CONTRADA

SS. APOSTOLI

CAMPO

DEI GESUITI

 

<< va indrìo

ti xe un forastier inluminà ?

Pecà ! Qua no ghe xe

altro da véder !

 

par saverghene de più ...

 

GIULIO LORENZETTI

"Venezia e il suo estuario"

Venezia 1975

 

FRANCA SEMI

"Gli Ospizi di Venezia",

Venezia 1984