la mariegola

schola de San Zuane Battista

del tragheto de Santa Sofia a la Ca' d'Oro

SESTIER DE

 CANAREGIO

Nel 1342 viene fondata la schola affinchè "San Zuane pregi Jesu Christo che mantenga Vinexia in bon stado, in paxe et in charità con tute le tere de li fedeli Christiani".  La mariegola contiene le consuete indicazioni riguardo l'entità della luminaria (contributo annuo di iscrizione), le cariche direttive, le celebrazioni religiose, la partecipazione ai riti funebri per i confratelli defunti. A questo proposito, per chi muore fuori Venezia, sarà celebrata una messa mettendo "in mezo la glesia uno tapedo et uno cusinello e de sora uno pallio con la Crose suso e lo penelo secondo usança", ciò come se il cadavere fosse presente. In chiesa di Santa Sofia, davanti all'altare di San Giovanni Battista dovrà ardere una lampada perenne. La festa patronale si terrà il 24 giugno ed il 29 agosto (decollazione).

Nel 1516 al capitolo 53 della mariegola si accenna alle barche e anche ai confini del tragheto che vanno dalla "lozeta" (piccola loggia) fino al "burchio de le becarie", (grande barca da carico per la carne macellata). Nello stesso anno i Provedadori de Comun emettono un'ordinanza secondo la quale chiunque farà noli di traghetto "da la pescaria che buta a Santa Sofia" non essendo iscritto a questa schola, incorrerà in severe penalità.

Nel 1536 i Provedadori de Comun acconsentono che il numero delle libertà (licenze) assegnate al tragheto aumenti di due unità, così che i maggiori incassi vengano impiegati a sostegno dei compagni in stato di bisogno e delle vedove.

Nel 1582 la schola ritorna nella chiesa di Santa Sofia dopo che "sventatamente" la stessa si era trasferita in quella della Madona de l'orto, avendo trovato ospitalità presso l'altare dei Trevisan.

Nel 1583 la schola prende accordi con il Capitolo di Santa Sofia: avranno la cappella di San Giovanni, vicino alla sacrestia, nonchè il locale sopra la medesima, dove ora si trova l'organo che a sua volta verrà spostato, a spese della schola, "sopra la porta in faccia l'altar maggiore" realizzando però anche un "pergolo" (ballatoio), secondo l'uso.

Nel 1593 i Provedadori de Comun approvano la richiesta del Capitolo di poter disporre, per quindici anni, di una barca "sopranumeraria" allo scopo di ricavare il denaro necessario a pagare le spese per il rinnovo dell'altare. Nel 1603 tale decisione verrà prorogata per altri dieci anni con la schola impegnata da parte sua a completare l'altare.

Nel 1621 i Provedadori al Sal diffidano i pescatori e i venditori di frutta e di verdura dall'ormeggiare le loro barche e di ingombrare con i loro prodotti la riva del tragheto, pena la confisca della merce.

Nel 1633 i Provedadori de Comun suggeriscono che, a turno, i compagni di servizio in tragheto tengano sempre acceso il "feral davanti la Madona".

Nel 1652 i Provedadori de Comun approvano la decisone assunta dal Capitolo in base alla quale le 23 barche del tragheto versino ciascuna una piccola somma di denaro a vantaggio della schola.

Nel 1770 il Proto Antonio Mazzoni traccia i confini del tragheto che vanno dalla calle de la Ca' d'Oro fino alla calle Dragan, mentre dalla parte opposta vanno dalla riva de l'ogio e comprendendo la "lozeta" e la pescaria, arriva sino al terzo volto delle "Fabriche nove".

Dal 1802, stipulando precisi accordi, la schola ospita nel proprio altare la schola de devozion de San Isepo, che aveva lasciato la chiesa del Corpus Domini.

 


 

CONTRADA

S. SOFIA

CAMPO

S. SOFIA

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