SESTIER DE CASTELO

Sant'Antonino di Apamea, martire

CONTRADA

S. ANTONIN

ricorrenza il giorno 2 settembre del calendario liturgico veneziano

Santo titolare della chiesa:  SANT'ANTONIN

arrow_144.gif torna in Ciexa

altre Ciexe de la Contrada

SAN ZORZI DEI GREGHI

SAN ZUANE DEI FURLANI

La cronaca del martirio di Antonino è andata perduta, tuttavia grazie alle pur scarne notizie ricavabili dai nei "sinassari", è possibile raccogliere elementi sufficienti per poter ricostruire il racconto della sua vita.

Un “sinissario” racconta che Antonino nacque nel secolo I ad Apamea, in Siria, e di mestiere faceva lo scalpellino.

Trovandosi un giorno a passare per una località non distante da Apamea (Siria), antica città posta sul fiume Oronte, sentì il bisogno di fermarsi per rimproverare alcuni pagani che adoravano i loro idoli.

In seguito trascorse due anni presso un anacoreta di nome Teotimo, facendo poi ritorno ad Apamea e qui giunto, con uno zelo che rasentò l’imprudenza, fece ingresso nel tempio frantumandone gli idoli, e provocando l’immediata e rabbiosa reazione dei pagani presenti, che lo percossero duramente.

Dopo questi fatti, il vescovo di Apamea (sede vescovile sin dal I secolo) gli chiese di costruire una chiesa in onore della Santissima Trinità, ed Antonino si diede immediatamente all'opera. Aveva appena iniziato i lavori che un giorno si vide improvvisamente assalito da una turba di pagani, ancora offesi dalla sua sfuriata nel Tempio, che l’uccisero a bastonate. Antonino non aveva che vent’anni.

A questo punto bisogna però passare ad un secondo "sinassario" dove continua la storia, narrando che il corpo di Antonino fu dapprima smembrato e poi sepolto in una caverna vicino ad Apamea.

Mentre la storia della breve vita di Antonino così si conclude, inizia quella che riguarda le sue reliquie.

Sulla caverna il vescovo fece erigere in onore di Antonino una grande basilica, la cui esistenza era nota già nel 518, essendo menzionata negli atti di un Concilio tenuto in Siria.

Chiesa e città vennero rase al suolo nel 540 da Cosroe II Re di Persia († 628) ma un certo Festo riuscì a salvare le reliquie e a trasportarle fino alla Noble-Val in Francia, da dove alcune parti passarono a Pamia (Pamiers) ed altre ancora vennero trasferite fino a Palencia in Spagna.

Col passare del tempo, gli abitanti di Pamia, perduta completamente la memoria della traslazione avvenuta da Apamea, riconobbero in Antonino un discendente dei Re dei Goti, che diventato prete evangelizzò Tolosa ma che rientrato a Pamia fu ucciso dai suoi stessi concittadini. Questa credenza ha fatto sì che il martire venisse anche chiamato Sant'Antonino di Pamiers.

Tutti i ‘martirologi’ e ‘sinassari’ antichi lo riportano nei loro elenchi in date diverse: quello ‘Romano’ (seguendo il ‘Geronimiano’) lo cita al 2 di settembre, ma a volte anche il giorno 3 dello stesso mese.

Sant'Antonino

L'iconografia ufficiale rappresenta il Santo con in mano la palma del martirio.