Ospeai & Ospissi

Ospissio del Socorso

SESTIER DE

DORSODURO

La storia.

Nel corso del 1580 Veronica Franco, poetessa e una fra le più celebri cortigiane di Venezia, si rivolse ad un gruppo di facoltosi nobilomeni veneziani per ottenere i mezzi necessari alla fondazione di un ospissio che accogliesse le prostitute anziane ed indigenti, la cui sorte in vecchiaia era spesso segnata da grande miseria ed emarginazione.

La "solida" adesione di importanti padrini non tardò ad arrivare ed in breve fu possibile alloggiare un gruppo di donne in alcune case dislocate in Contrada San Pantalon (nei pressi della chiesa dei Tolentini), in Contrada San Trovaso e la  Contrada San Piero de Castelo, Sestier de Castelo.

Infine, nel corso del 1593, non lontano dalla chiesa dei Carmini, ma già dentro i confini della Contrada de l'Anzolo Rafael, le pentite furono riunite nel nuovo ospissio che venne costruito, o ricavato, entro una zona della città comunemente chiamata del Socorso.

Le grandi dimensioni raggiunte abbastanza rapidamente dall'ospissio fanno desumere quanto questa Istituzione fosse dotata di mezzi economici di una certa consistenza, non legati ad episodiche, pur se importanti, dimostrazioni di carità, come talvolta poteva accadere per le iniziative a carattere privato.

Inglobato nell'ospissio venne ricavato anche un oratorio, che fu iniziato nel 1607 e consacrato nel 1609, dedicato a Santa Maria Assunta, secondo il parere di alcuni storici, Santa Maria del Soccorso secondo altri. Sull'altare si trovava una pala di Carletto Caliari raffigurante la Beata Vergine sopra le nubi e quattro donne inginocchiate.

Con la caduta della Repubblica nel 1797, l'attività plurisecolare dell'ospissio venne bruscamente interrotta nel 1807 in seguito agli editti napoleonici, quando l'Istituto fu soppresso e le sue ospiti trasferite presso le Penitenti (poco distante dalla chiesa di San Giobbe, in Contrada San Geremia, Sestier de Canaregio).

 

L'edificio.

Non è noto se l'edificio (oggi al civico 2591) che accolse l'ospissio fosse preesistente allo stesso, tuttavia la caratteristica tipologia costruttiva adottata per la sua realizzazione non pare poter essere databile anteriormente al 1593.

L'ospissio era caratterizzato da un impianto architettonico fornito di oratorio, chiostro, corticelle ed orto; da questo punto di vista dunque non molto dissimile da quello tipico utilizzato per l'edificazione di un monastero. Esso era rivolto senza dubbio ad una vita interna, proiettata verso uno stile claustrale, piuttosto che a quello tipico di entrata/uscita proprio dell'ospissio, rivelando dunque nell'architettura stessa della sede una forte tendenza all'isolamento ed alla segregazione.

Con la facciata prospiciente lungo la fondamenta del Socorso, che a sua volta costeggia il largo rio de Santa Margarita, come ancora oggi si può vedere, probabilmente l'ospissio venne completato nel 1609, assieme all'oratorio. Nel 1760 esso venne ulteriormente restaurato ed ammodernato.

Caduta la Repubblica nel 1797, il complesso immobiliare venne lasciato vuoto a languire per lungo tempo fino a quando, nel corso del 1860, venne acquistato dal parroco dei Carmini che lo destinò, sotto la direzione delle Suore Dorotee, ad Ospizio per le fanciulle abbandonate. Successivamente, le suore fondarono una scuola, poi trasformata in pensionato universitario ed infine lo cedettero, in affitto, alla Regione Veneto che tramite l'ESU ha continuato ad utilizzarlo per lungo tempo con lo stesso scopo.

Ai nostri giorni l'antico ospissio è stato venduto ad una Società immobiliare.

 


 

 
l'ospizio

 

 
l'ospizio

 

CONTRADA

ANZOLO RAFAEL

FONDAMENTA

DEL SOCORSO

 

<< va indrìo

ti xe un forastier inluminà ?

va a vèder el

pio loco de le Penitenti

 

par saverghene de più ...

 

FRANCA SEMI

"Gli Ospizi di Venezia",

Venezia 1984