la mariegola

schola de San Sebastiano

dei stazionieri che vende vero

(o verieri)

SESTIER DE

 S. MARCO

Il 6 luglio 1436 inizia la mariegola, dove viene stabilito che tutti coloro che vendono vetro, per continuare a farlo dovranno iscriversi alla schola. Seguono le consuete disposizioni in riguardo alla benintrada (tassa d'iscrizione), la partecipazione ai Capitoli, gli obblighi verso i confratelli defunti e la partecipazione alle funzioni religiose. Due volte all'anno, quando si elegge il Gastaldo e nel giorno del patrono, sia letta pubblicamente la mariegola e venga consegnato ai partecipanti "pan et candela". Giunge verso la fine di quest'anno l'approvazione della mariegola da parte dei Provedadori de Comun e della Giustizia Vechia.

Nel 1438, nel corso del Capitolo generale ospitato in chiesa di San Zuane de Rialto, i partecipanti decidono di scegliere quale loro chiesa quella di San Polo, dal cui Capitolo ricevono in assegnazione una cappella. La schola potrà costruire anche le proprie arche dove seppellire dignitosamente i confratelli.

Nel 1470 viene stilato un inventario dei beni della schola, che elenca la mariegola, un "penelo da meter in campo" e "l'alboro" (l'asta) dove appenderlo.

Nel 1519 la mariegola, alquanto rovinata dagli anni, viene rinnovata. Nel 1525 il Capitolo approva il restauro delle arche, alquanto rovinate e di rifare anche il "penelo"; poco dopo arriva l'approvazione da parte dei Provedadori de Comun e della Giustizia Vechia.

Nel 1580, a causa di una controversia con il Capitolo riguardo l'altare in legno di San Sebastiano, del quale la schola ne era proprietaria, l'Arte abbandona la chiesa di San Polo per trasferirsi in quella di Sant'Anzolo. Successivamente la schola riuscirà a farsi riconsegnare nella nuova chiesa l'altare nonchè i banchi che lo attorniavano. Con il Capitolo viene pattuita la costruzione di una nuova arca per dare sepoltura ai confratelli. I Capitoli si potranno tenere in chiesa, evitando però di disturbare le funzioni religiose e mantenendo un comportamento e un linguaggio consono al sacro luogo.

Nel 1592, in seguito ad  un decreto del Patriarca che proibisce le celebrazioni sugli altari in legno, la schola approva la costruzione di uno in marmo, approfittando del fatto che il parroco si è reso disponibile a donare due colonne. Il costo preventivato è di 150 ducati, ai quali andrà poi aggiunta anche la spesa per la pala del patrono.

Nel 1666, in occasione della ricostruzione del fabbricato della chiesa, in cambio di un compenso annuo, la schola accetta di cedere alla schola di Sant'Antonio da Padova l'area del proprio altare, che verrà quindi collocato in altra posizione nella stessa chiesa. Nel 1671 l'Arte accetta la proposta di costruire il proprio altare dove prima si trovava quello della schola di Sant'Antonio da Padova, non completato per mancanza di fondi. Quello stesso anno la schola di Sant'Antonio da Padova può effettuare la permuta dell'area versando agli stazionieri la somma di 225 ducati. Finalmente, nel 1672 il Capitolo della chiesa si riunisce nei locali della vicina schola dei zotti ed approva formalmente la permuta tra le due schole.

Nel 1713 il parroco attesta che nel giorno di San Sebastiano (20 gennaio) festa del patrono degli stazionieri, i confratelli, prima della messa, partecipano alla processione che si svolge per la contrada.

La schola venne successivamente soppressa in occasione del varo delle leggi che disciplinavano l'arte vetraria.

CONTRADA

S. ANZOLO

CAMPO

S. ANZOLO

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