La sarìa curiosa ... |
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Chi non conosce la leggenda del povaro fornareto ? Purtroppo però questa storiella, che tanto ha compiaciuto nel passato i detrattori della Repubblica e che così bene si è impressa nella credenza popolare, è basata in realtà su un'autentica invenzione, secondo la quale con una sentenza del 1507 il Consejo dei Diese avrebbe mandato a morte, ingiustamente accusato dell'omicidio di un nobile, tale Piero Fasiol, garzone di un fornaio. Il Miozzi, (Venezia nei secoli, la città, VENEZIA, 1957, vol. II, pag. 22) riporta brevemente i fatti della leggenda: "(...) un fornaio, tale Pietro Faccioli, venne accusato di omicidio perché trovato una mattina all'alba in possesso di un pugnale che lui diceva aver raccattato in terra e che a sua insaputa risultò essere stato usato per l'uccisione di un patrizio in quelle vicinanze; torturato, avrebbe confessato e pertanto fu condannato a morte; in seguito si conobbe il vero autore dell'omicidio e l'innocenza del povero Fornaretto". Per amor di cronaca, vi è chi è d'opinione diversa, come scrisse ad esempio il Luzio nella Lettura del febbraio 1912 a pag. 104 "La storia del povero Fornaretto". Per parte mia, rammento molto bene che da bambino quella testa bruna, poggiata in modo un poco macabro nell’angolo sud-ovest della balaustra della loggia sopra il nartece della basilica, mi venne indicata per la prima volta da mio padre come appunto la testa del povaro fornareto . Esiste comunque anche una seconda versione, che assegna invece la testa a Francesco Bussone, Conte di Carmagnola, indolente condottiero delle armate veneziane, sospettato di tradimento ed intesa con il nemico davanti a Milano, attirato per ciò dal Senato con una scusa a Venezia, dove venne infine decapitato tra le due colonne la mattina del 5 maggio 1432. La testa in questione ha in ogni caso da tempo ricevuto una sua precisa collocazione storica; come detto dal Vio (La Basilica di San Marco a Venezia, FIRENZE, 1999, pag. 62): "(...) testa di porfido rosso detta del Carmagnola. La testa, secondo i più recenti studi comparativi con le immagini dell'imperatore di Bisanzio Giustiniano, è ora considerata immagine dello stesso. Il naso tagliato, da cui anche il nome di rinotmetos, è forse dovuto ad un danno subito dalla scultura. La testa è posizionata nell'angolo sud-ovest della balaustra della loggia sopra il nartece (...)". Infine, dal Lorenzetti (Venezia e il suo estuario, TRIESTE, 1975, pag. 167): "(...) Sulla balaustra della Terrazza (angolo verso la piazzetta): Testa di porfido, presunto ritratto dell’imperatore bizantino Giustiniano II Rinotometus (dal naso mozzato) (+ 711), scultura siriana, VIII sec. (…). Sempre dal LORENZETTI ("Venezia e il suo estuario", TRIESTE, 1975, pag.169) (…) ORDINE SUPER.: (…) Nel Pilone centrale (…) Nella lunetta superiore: Vergine Orante: musaico stile bizantino (XIII sec.); ancor oggi si osserva la pia consuetudine di accendere al vespero, ai lati di questa immagine, due lampade come voto e lascito di un navigante, salvatosi per aiuto divino in una burrasca, non, come vorrebbe la leggenda popolare, ad espiazione della morte di Pietro Fasiol, il “povero Fornaretto”, per errore giustiziato".
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