Ospeai & Ospissi

Ospeal dei calegheri todeschi

SESTIER DE

 S. MARCO

Riservato all'accoglienza dei soli calegheri di origine tedesca che lavoravano a Venezia, sottoposto al controllo dei Provedadori sora ospedali, lochi pii e riscatto de li schiavi, questo ospeal venne fondato presumibilmente nel corso della prima metà del XIV secolo, grazie alla disponibilità di un nucleo di caxette che si affacciavano lungo la calle de le boteghe (oggi ai civici 3127-3133).

L'edifico trecentesco venne in seguito ulteriormente ampliato nel corso del 1482, questa volta però grazie alla donazione da parte tale Enrico calegher d'Alemagna di un immobile contiguo al nucleo originario. Fu probabilmente in questa occasione che gli stipiti dell'allora porta d'entrata principale all'ospeal vennero abbelliti con la composizione dell'Annunciazione.

Certo con lo scopo di segnare anche visivamente l'estensione della proprietà, sul pilastro d'angolo che immette in calle dei orbi, così come in quello all'angolo opposto, che apre verso la salizada San Samuel, vennero scolpite in leggero bassorilievo le forme di scarpe maschili in uso all'epoca.

Sul retro dell'ospeal, in corte de la pelle, dove, dal nome, è probabile fosse localizzato il deposito del cuoio ed anche alcune delle botteghe dei calegheri todeschi, viene segnalata dalle fonti l'esistenza di una formella con incisa l'immagine di una scarpa; patera che risulta essere scomparsa.

Non va considerata attinente alla storia dell'ospeal la vicina calle dei todeschi, che deve il nome alla presenza in antico di una caxa dei todeschi, che però era di proprietà dell'Arte dei pistori todeschi che probabilmente la usarono quale ospissio dell'Arte.

Dopo la seconda metà del XVI secolo l'attività dell'ospeal attirò l'attenzione del Governo: iniziò il Senato nel 1561, che ordinò l'elezione di tre nobili ai quali affidò il compito di rivedere le regole che sovrintendevano alla gestione dell'Istituto. Nel 1564 fu la volta dei Provedadori de Comun, che vennero sollecitati dal Minor Consejo a rivedere i termini di un accordo che, stipulato con i calegheri italiani, aveva finito però per danneggiare la schola dei calegheri todeschi. Nel 1593 i Provedadori sora ospedali, lochi pii e riscatto de li schiavi ordinavano che i locali dell'ospeal fossero al più presto sgomberati da chi vi risiedeva senza averne titolo e, con l'occasione, si premuravano di ricordare che nell'ospeal aveva facoltà di alloggiare solamente il padre (il direttore amministrativo) ma non già il Gastaldo dell'Arte; inoltre solo al padre competeva riscuotere le entrate dell'Istituto, provvederne ai restauri, tenere aperto il locale a piano terra nel giorno dell'Annunciazione, festa della schola dei calegheri todeschi.

Nel 1769 la storia della schola e dell'ospeal convergono quando, dopo ripetute ed insistenti "suppliche" inoltrate dalla prima, finalmente nel mese di agosto di quell'anno perviene l'agognata autorizzazione che consente al Capitolo di potersi riunire nei locali dell'ospeal, utilizzando d'ora in avanti la chiesa di Santo Stefano solo per le funzioni religiose.

Nel 1781 viene stabilito che, oltre ad accogliere i compagni poveri ed ammalati, l'ospeal possa offrire alloggio anche a tutti "li passeggeri todeschi dell'Alemagna alta" che si trovassero in transito a Venezia, seppure per un periodo non più lungo di tre giorni e, singolarmente, con la corresponsione di una diaria di 12 soldi al giorno.

Nell'inventario del 1785 dei beni della schola viene elencato l'altare situato a piano terra dell'ospeal con la sua pala in legno (divenuta "in tella" al momento della soppressione) dipinta con la Santissima Annunciata ed altri sei quadri.

Caduta la Repubblica, in conseguenza degli editti napoleonici del 1806, come la schola, anche l'attività plurisecolare dell'ospeal venne bruscamente interrotta, l'edificio fu avocato al Demanio e venne rivenduto a privati che lo trasformarono in negozi e abitazioni.

 


 

Tutt'oggi esistente in calle de le boteghe, l'edificio si riconosce immediatamente dal bassorilievo e dalla lapide, nonchè dai sottostanti stipiti dell'antica porta d'ingresso principale.

L'altorilievo posto al di sopra della lapide, di fattura trecentesca, viene fatto comunemente risalire alla fondazione stessa dell'ospeal. Esso raffigura l'Annunciazione nella consueta composizione (Gabriele e Maria) con in mezzo un gruppo di devoti inginocchiati accanto ad un edificio. Su tutti veglia il Padre Eterno. Lungo la pare inferiore della stretta cornice, si trova scolpita in caratteri gotici la seguente iscrizione:

 

QUESTA FRATELIDADE SIE DA PAVORENTI TODESCHI CALEGHERI

 

Come già visto, l'edifico trecentesco venne ulteriormente ampliato nel corso 1482, grazie alla donazione di un'immobile da parte tale Enrico "calegher d'Alemagna".  E' probabile che in quest'epoca la porta d'entrata dell'ospeal sia stata abbellita dalla seconda Annunciazione, composta dai due rilievi scolpiti sugli stipiti: l'Angelo Gabriele a sinistra e la Vergine Maria a destra. Sarà nel locale al piano terra che si intravede oltre l'ingresso che verrà posizionato l'altare.

Nel 1659, al di sotto del rilievo trecentesco precedentemente descritto, venne murata un'iscrizione a ricordo del restauro dell'ospeal, chiusa in basso dall'incisione di tre scarpe, di cui quella centrale in forte altorilievo; essa dice:

D.O.M.

FV RESTAVRATO IL PRESENTE HOSPITALE

DE CALEGHERI TODESCHI SOTTO

IL GOVERNO DI MISTRO ZUANAE MESTICH

GASTALDO ET SOPRAINTENDENTE DELLA

FABRICHA CON LASSISTENZA DI MISTRO

CHRISTOFFOLLO MENSORI SOPRASTANTE

ALLA MEDESIMA

CON CONSENTIMENTO DEL CAPITOLO GIENERAL

ADI PRIMO OTTOBRE M D C L V I I I I

 

Nel 1740 la "fabrica vecchia, cadente" subirà un ultimo, radicale, intervento di risanamento e restauro, dopo di che, caduta la Repubblica, gli editti napoleonici del 1806 ne concluderanno per sempre l'attività con la definitiva soppressione.


 

calle de le boteghe salizada san samuel

 

l'altorilievo e la lapide

 

l'annunciazione sulla facciata principale

 

l'antica entrata all'ospedale

 

l'annunciazione alla porta d'entrata

 

la patera in CORTE DE LA PELLE

 

bassorilievi all'angolo est dell'edificio

 

bassorilievi all'angolo ovest dell'edificio

 

CONTRADA

S. SAMUEL

CALLE

DE LE BOTEGHE

 

<< va indrìo

ti xe un forastier inluminà ?

va a véder la

schola dei calegheri todeschi

 

 

va a véder la

schola de la Nathion todesca

 

par saverghene de più ...

 

FRANCA SEMI

"Gli Ospizi di Venezia",

 pag. 171, Venezia 1984