schola picola

schola dei biavaroli

SESTIER DE

 S. POLO

Nel 1581, per mezzo di un loro "fante" (commesso) i Presidenti de la Milizia da Mar intimano ad otto mercanti di biave di iscriversi a questa schola.

Nel 1613 ancora i Presidenti de la Milizia da Mar lodano la decisione del Capitolo che ha imposto l'iscrizione all'Arte di chiunque abbia intenzione di esercitare in seguito l'attività di biavarol. Un nuovo intervento dei Presidenti de la Milizia da Mar si rendeva necessario anche nel 1616, confermando quanto disposto in precedenza.

Nel 1684, il Capitolo tenutosi nella cappella di San Nicolò, in Palazzo Ducale, stabilisce che la festa annuale sarà celebrata il 14 luglio in questa cappella, con celebrazione di 6 messe.

Nel 1689 viene ricordato a tutti i confratelli che nel giorno della festa patronale della Madonna del Carmine le botteghe dovranno restare chiuse.

Nel 1693 viene scritta la mariegola, per la quale viene altresì deciso che si spenderà quanto occorra per "foderarla di velluto" ma senza alcun ornamento d'argento.

Nel 1713, a seguito di una "terminazione" approvata dal Colegio sora le Arti,  il Capitolo riconferma che il rifiuto all'assunzione di qualsiasi carica direttiva comporterà il pagamento di una forte multa. Viene inoltre deciso che finchè la schola non avrà il suo altare, la festa della Madonna del Carmine sarà celebrata a San Marco o a Rialto.

Nel 1746, avendo da tempo il Dose Carlo Ruzzini permesso all'Arte di stabilirsi nella chiesa di San Giacometo, viene stretto un patto con il parroco in base al quale l'Arte riceverà gratuitamente l'arca che si trova situata ai piedi dell'altare di Sant'Antonio Abate.

Nel 1792, il Capitolo General approva che la schola, dalla chiesa di San Giacometo, dove si trovava il suo altare, si trasferisca nella chiesa di San Zuane de Rialto, potendo utilizzare l'altare di San Nicolò, un tempo appartenente alla soppressa schola dei cimadori. Nello stesso anno il Dose Daniele Manin, concede ufficialmente all'Arte dei biavaroli l'uso dell'altare e dell'arca che appartenevano alla soppressa Arte dei cimadori. Quello stesso anno viene inoltre rifatto l'accordo con il Capitolo parrocchiale: la schola potrà mettere la pala della Madonna del Carmine sull'altare di San Nicolò, vicino al quale avrà il suo banco. Potrà inoltre mettere il suo scrigno nel "sotto coro" e, ogni mercoledì, farà celebrare una messa sul proprio altare.

 


 

 

CONTRADA

S. ZUANE

DE RIALTO

RUGA VECHIA

S. GIOVANNI

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