mariegola

La mariegola si apre alla data del 1499 con l'elenco dei barcaroli che in quest'anno servivano la Repubblica.

Nel 1510 i Provedadori de Comun approvano che ci siano sempre tre barche del tragheto "da la loza per mezo li Camerlenghi" e le altre siano "drio la loza vechia et al fontego de tedeschi et possano star dal ponte fino al rio de San Zuane Grisostomo".

Nel 1531, come già avevano deciso in passato, i Cinque Savi e i Provedadori deputati dal Consiglio dei Dieci confermano che i vecchi barcaroli possono far lavorare altri al loro posto, con diritto di ricevere dai loro sostituti un certo affitto vita natural durante.

Nel 1609 il tragheto permette che due dei quattro barcaroli, che devono stare alla cavana, possono lasciare la barca per ascoltar messa o comperarsi pane e vino.

Nel 1610 viene deciso dal tragheto di costruire un feral alla Madonna, come quello del Fontego.

Nel 1627 i Provedadori de Comun approvano la decisione del Capitolo di fare un penelo et Crose per accompagnare alla sepoltura i compagni defunti.

Il tragheto fu per lungo tempo tenuto in concessione dalla nobile famiglia Da Mosto. Nel 1628 il Dose Francesco Erizzo concede al tragheto un altare nella chiesa di San Giacometto, che era jus-patronato ducale, l'uso di un altare.

Nel 1660 il Capitolo decide di aumentare la benintrada dei nuovi iscritti per coprire le spese per "inluminar Maria Vergine del detto traghetto dei Camerlenghi".

Nel 1685 un editto ricorda agli erbivendoli che non devono occupare con le loro merci l'area del tragheto dei camerlenghi: vendano pure, ma rimanendo nelle loro barche.

Nel 1708 il Capitolo decide che sarà penalizzato di mezza lira "per il lume della Madonna" chiunque nello stazio del traghetto giochi a carte, dadi, burele o altri giochi.

Quando ancora il ponte di Rialto era l'unico ad unire le due sponde del Canalasso, era detto nel gergo popolare "andàr par el tragheto dei cani", cioè utilizzare l'unico collegamento dove anche i cani potevano passare, camminando, il Canalasso (Canal grande).