SESTIER DE

S. CROSE

ciexa del Nome de Gesù

CONTRADA

S. CROSE

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Cenni storici:

Fin dal 1806, suor Maria Vincenza, conversa del monastero di Santa Crose, aveva raccolto attorno a sé uno sparuto gruppo di pie donne desiderose di dedicarsi alla vita religiosa.

Trovato finalmente alloggio in una casetta situata in fondamenta Santa Ciara, esse si costituirono in comunità abbracciando la regola del Secondo Ordine francescano, nell’ordine delle clarisse cappuccine sacramentali.

Di lì a poco, grazie in particolare all’impegno del sacerdote veneziano Giuliano Catullo, ottennero la concessione di un’area vicino sia alla chiesa di Santa Ciara in isola che a Sant’Andrea de la zirada. Con l’impegno dei molti benefattori che concorsero alla somma necessaria per le spese di costruzione, nel 1815 iniziarono i lavori per la realizzazione della piccola chiesa e del monastero, ambedue edificati in arretrato rispetto alla linea delle case.

Il progetto fu affidato a Gianantonio Selva cui furono affidati anche la direzione dei lavori, dei quali però egli non potè vedere il risultato finale. Alla sua morte l’incarico passò ad Antonio Diedo, che portò a compimento la chiesa ed il convento nel 1834, interpretando fedelmente i disegni lasciati dal Selva (oggi conservati al Museo Correr).

Questa chiesa costituisce uno dei rari edifici sacri costruiti a Venezia nel corso del XIX secolo, epoca in cui, soprattutto all’inizio, si pensò più a demolire chiese e conventi, piuttosto che a costruirne o, almeno, a salvarne.

Dopo le trasformazioni avvenute nel corso del ‘900 in questa zona della città, la chiesa oggi appare stretta fra la massa dell’enorme edifico adibito a garage comunale e la parte finale del ponte translagunare.

Opere d’arte all’interno:

L’interno si presenta ad unica navata, con soffitto piano a riquadri con decorazioni pittoriche a fresco e stucchi.

 

altar maggiore:

tabernacolo: composizione marmorea affiancata da due Angeli genuflessi  di A. Diedo (realizzato su modello del tabernacolo della chiesa di San Maurizio, progettato dal Selva).

all’altare: dipinto San Francesco riceve le stimmate,  pala di L. Querena

 

Altre sculture presenti in chiesa sono opera di A. Bosa, L. Zandomeneghi e B. Ferrari; altre pitture sono opera di G. Borsato.

La facciata:

L’elegante e sobria facciata neoclassica della piccola chiesa termina a timpano. Due pilastri angolari concludono il prospetto.

L’interno:

si presenta ad unica navata, con soffitto piano.

Di particolare interesse la piccola volta a botte, posta trasversalmente sopra il presbiterio che è separata dalla navata da due grandi colonne di ordine ionico.

 

Il campanile:

non essendovi spazio sufficiente anche per la torre campanaria, fu realizzato un campaniletto a vela addossato alla facciata della casa adibita a monastero.

 

Il monastero:

venne realizzato in contemporanea con la chiesa, costituito praticamente dalla casetta originaria che ospitò la comunità delle pie donne.

 

 

 

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