Ospeai & Ospissi |
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Secondo la tradizione, nel 1329 quattro nobildonne, Francesca Corner, Elisabetta Gradenigo, Elisabetta Soranzo e Maddalena Malipiero, ottengono dal Capitolo della chiesa di Santa Crose il permesso di poter costruire, entro i confini della Contrada, un ospeal da adibire a ricovero di povere donne, con annesso anche un oratorio. Nel dicembre di quello stesso anno, un terreno libero viene individuato in una località remota che si affacciava direttamente sulla laguna e comunemente chiamata cao de zirada in quanto in quel punto (cao) il canal de Santa Ciara piegava (zirava) verso ovest con un'ampia curva, puntando verso la chiesa di Santa Maria Mazor, anch'essa a quel tempo affacciata sull'ampio spazio lagunare che da questa parte della città guarda verso la Terra Ferma. Completato nel 1331, l'ospeal dovette vincere l'aperta ostilità
delle monache Clarisse del vicino convento di
Santa Ciara in isola, che professando l’assoluta
povertà, ebbero a temere una riduzione degli oboli che erano solite ricevere
attraverso la pubblica carità. Nel 1346, durante il dogado di Andrea
Dandolo (1343–1352), venne meno l'esclusivo utilizzo dell’edificio ad ospeal, che infatti subì una parziale trasformazione
per poter ospitare al suo interno un monastero di clausura per monache Agostiniane.
Nel 1475 grazie alle risorse economiche sopravvenute con la donazione della cittadinesca famiglia veneziana Bonzio, il piccolo oratorio fu demolito e sostituito dalla chiesa attuale, che venne dedicata a Sant'Andrea Apostolo accompagnato dal suffisso de la zirada. L'ospeal, seppure alquanto ridotto nelle dimensioni rispetto al passato, continuò ad assolvere alla sua funzione di accogliere poveri infermi d'ambo i sessi, anche se a partire dal 1609 la preferenza per l’ospitalità venne orientata esclusivamente verso le vedove. Mutati i tempi, nel 1684 il patriarca Sagredo dispose la definitiva chiusura dell'ospeal, che in quel periodo ancora dava asilo a diciotto vedove, ordinando nel contempo alle monache Agostiniane di utilizzare i locali liberi per accogliere, quali converse, dodici giovani donzelle che fossero sprovviste di dote per maritarsi. Dopo la caduta della Repubblica, avvenuta nel 1797, il monastero venne soppresso dagli editti napoleonici del 1810 e quindi in seguito in larga parte demolito; sopravvisse integra la chiesa di Sant'Andrea de la zirada, che dopo alterne vicissitudini venne definitivamente sconsacrata ed adibita ad altri usi.
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