SESTIER DE S. CROSE |
ciexa de Santa Maria Mater Domini |
CONTRADA S. MARIA MATER DOMINI |
Cenni storici: presso campo
Santa Maria Mater Domini, ancora esiste una corte
de le Muneghe a ricordo della remota esistenza di un piccolo
monastero di monache che verso il Rio de la
Pergola avevano edificato un oratorio dedicato a Santa
Cristina, che la tradizione vuole venisse edificato nel corso del 960 a spese della nobile famiglia
Cappello. Uscito danneggiato da un incendio, l’edificio
fu tosto ricostruito più grande nel 1105
e la chiesa ebbe il titolo di Santa Maria Mater Domini. Elevata poi a
parrocchia, nel 1188 la bolla di
papa Clemente III riconfermava il pieno diritto dei preti contro talune pretese avanzate dal vescovo di Castello. In seguito alle gravi lesioni riportate
in un successivo incendio del 1149,
la chiesa fu nuovamente restaurata, mantenendo ancora l’originaria struttura
bizantina che rimase pressoché inalterata fino ai primi anni del Cinquecento. Ormai cadente ed in pericolo di crollo,
fu deciso di demolire completamente l’edificio ed a riedificarlo per la
seconda volta. I lavori iniziarono nel 1502,
tra il 1512 ed il 1524 si ha notizia della
realizzazione degli altari, mentre la costruzione poté dirsi completata solo nel
1540, anno della sua
consacrazione. La nuova chiesa assunse le nuove forme della
Rinascenza ma l’attribuzione del progetto della sua realizzazione non è ancora
stata risolta. Per l’architettura semplice ed armoniosa si sono fatti i nomi
di Pietro Lombardo, di Giovanni Buora e recentemente quello del Codussi, in
quanto la planimetria, la volumetria e certi particolari architettonici sono
ritrovabili in sicure opere del maestro quali le chiese di Santa Maria Formosa e di San
Zuane Grisostomo. Sebbene il Codussi morisse nel 1504, non per questo gli
sarebbe mancato il tempo per redigere il progetto ed istruire le maestranze. Comunque sia, nell’impostare il nuovo
edificio il progettista variò la posizione del suo asse longitudinale,
ponendolo perpendicolarmente al Rio de la
Pergola, cosi che la facciata della chiesa venne a prospettare
sulla stretta calle de la chiesa, in
linea con le case. |
Quasi “esatta” nelle armoniose
proporzioni rivelate dalla luce che penetra dalle alte finestre laterali
lunettate aperte sui muri della navata centrale in epoca più tarda.
- primo altare: altare Trevisan realizzato a spese della nobile famiglia
Trevisan agli inizi del secolo XVI. all'altare: dossale marmoreo con le statue di San Pietro e San
Paolo (secolo XVI) di L.
Bregno, e la statua di Sant’Andrea
(secolo XVI) di A. Minello de’ Bardi.
- secondo altare: altare di Santa Cristina all'altare: pala Martirio di Santa
Cristina (1520) capolavoro di V.
Catena.
Al di sopra della porta laterale d’ingresso: grande tela Ultima Cena, copia ottocentesca dall’originale
di B. de’ Pitati (secolo XVI).
- cappella absidale destra: altare: raffinata opera
rinascimentale (secolo XVI). paliotto:
i bassorilievi (secolo XVI) sono attribuiti a L. Bregno. - presbiterio: altar maggiore: costituito da semplice mensa con paliotto
marmoreo. dietro l’altar maggiore: stucco colorato e dorato Madonna con Bambino (secolo XV), di scuola toscana; - cappella absidale sinistra: altare: raffinata opera rinascimentale (secolo XVI). all’altare: la decorazione Padre Eterno e angeli e le statuette di San Marco e San
Giovanni (secolo XVI), di L.
Bregno.
alla parete: grande pala Invenzione
della Croce (secolo XVI) di J.
Tintoretto. (eseguita per la schola
de devozion de la Crose, fondata nel 1561); sotto: bassorilievo
marmoreo Madonna orante (secolo XIII),
arte bizantineggiante di finissima fattura su fondo oro, di scuola veneta.
- secondo altare: altare della Vergine Fu fatto costruire nel 1536 a spese della
schola de devozion de la
Beata Verzene su modello di J. Sansovino. - primo altare: altare Contarini realizzato a spese della nobile famiglia
Contarini agli inizi del secolo XVI. all'altare: pala Trasfigurazione (1512)
di F. Bissolo.
alla parete: arazzo Madonna con Bambino (1762), di A. Dini, da un dipinto di G.B. Tiepolo. E’ uno stendardo processionale della Congregazione dei Preti |
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Portale e
facciata: costruita in una zona della città densamente
edificata, la facciata della chiesa risulta soffocata dalla ravvicinata
presenza di palazzi e case. Probabilmente ideata dal Sansovino,
intervenuto per portare a termine i lavori della fabbrica, data la collocazione
è difficile accorgersi della presenza della semplice facciata in bianca
pietra d’Istria. Essa è suddivisa in due ordini: quello inferiore scandito da
quattro pilastri corinzi è aperto dal semplice portale architravato e dalle
due finestre rettangolari ai lati. L’ordine superiore, a frontone triangolare,
è raccordato lateralmente dalle due classiche volute. Sul portale è collocata una scultura
bizantineggiante a mezza figura della Vergine (secolo XIV). |
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Interno: la pianta è a croce greca a tre navate,
con cupola impostata sull’incrocio di queste con il transetto, i pilastri
squadrati di pietra grigia sostengono le ampie arcate che si innestano
trasversalmente sui muri laterali definendo la navata principale e le quattro
cappelle angolari; la profonda abside centrale è affiancata da due piccole
cappelle a nicchia che lasciano sul retro lunghi locali. All’esterno la parte
absidale si conclude con una parete direttamente sul Rio
de la Pergola. Il disegno strutturale è nitido, con
sottili ed eleganti cornici e trabeazioni, mentre bianche e lisce volte
conferiscono ampiezza allo spazio. In questo schema confluiscono sia elementi
Quattro-Cinquecenteschi che altri di derivazione veneziana, come il cubo
bizantino sulla forma di quello di San Marco. |
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Campanile: eretto nel 1384, a spese del nobilomo Marco Cappello, aveva la
canna in cotto, cella a trifore e cuspide conica a pigna; nel 1503 ebbe a subire
la trasformazione della cella campanaria e del coronamento. Stretto alla base dalle case su ogni
lato, vi si giungeva attraverso un sotoportego che si apriva con la
testata sul campo
e che il Consejo dei Diese ordinava nel
1488 venisse chiuso con un cancello in legno in quanto ricettacolo notturno
di varia umanità. Il luogo è forse da identificare anche con
l’antico “cimitero chiuso”
menzionato nel 1581 in occasione della visita apostolica dei legati di papa
Gregorio XIII. E’ ancora facile individuare i resti della
struttura nell’architrave in legno che è sostenuto da tre pilastri che
portano nel capitello in altorilievo l’immagine della Madonna con Bambino, accompagnata
dalla data MDLXXV e il monogramma “M” sormontato da una corona. Ai nostri giorni, a sinistra della chiesa
si scorge la parte terminale dell’attuale campanile che, dopo un improvviso
crollo della canna avvenuto nel 1740, fu ricostruito nel 1743, alto 33 metri,
a torretta e con cupola. |
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