SESTIER DE

S. CROSE

ciexa de Gesù e Maria

CONTRADA

S. SIMEON PICOLO

 

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Cenni storici:

Secondo le cronache, in quest’area un tempo periferica della città, nel corso del 1620 entro una caxa con terreno vacuo di ragione dell’ospitale dei Todeschi, (comunità che nelle immediate vicinanze esercitava l’arte dei testori de panilani e la cui schola possedeva un ospeal riservato, com’era d’uso, ai compagni bisognosi) si ritirò un gruppo di monache agostiniane desiderose di ritirarsi in romitaggio.

Il modesto oratorio che esse ne ricavarono fu dedicato a Gesù e Maria, ed assieme all’annesso omonimo convento fu consacrato nel 1623 dall’allora patriarca Giovanni Tiepolo.

Pochi anni erano trascorsi dalla fondazione, che la necessità di sistemarsi in locali più idonei spinse le monache a trovare il sostegno di benefattori che permisero l’ampliamento dell’originario ed angusto complesso, tra cui anche dell’oratorio per il quale, più che di un restauro le cronache parlano di una vera e propria trasformazione in chiesa.

L’adeguamento edilizio dovette però adattarsi ai limiti imposti dallo spazio disponibile e cioè una stretta fascia di terreno che si intestava sul Rio de la Crose, fino all’opposto Rielo (poi scomparso e divenuto Rio tera’ ma inopinatamente chiamato per un tratto Ramo de le Muneghe e per il tratto seguente calle Sechera) e lungo il fianco sud il campo de la Lana.

Di conseguenza gli edifici si svilupparono in successione: circondata su due lati dall’acqua del  Rielo stava la chiesa, poi il parlatorio, quindi il monastero, a seguire l’orto ed infine alcune casette che costituivano l'ospeal riservato ai testori de panilani poveri o infermi, posto sotto la giurisdizione dei Provedadori sora Ospeai.

Vi è da dire che nei tre secoli della sua esistenza il monastero non ebbe mai grande importanza, né per quanto riguarda la consistenza edilizia e nemmeno come istituzione religiosa.

Nel 1797 cadeva la Repubblica e nel 1810 con la pubblicazione dell’editto napoleonico di Compiègne (soppressione degli ordini religiosi), le ormai poche monache che ancora abitavano il convento furono secolarizzate ed i locali chiusi e venduti a privati che li adattarono a magazzino.

Nel 1821 il complesso religioso fu riaperto al culto e  prosperò fino agli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale quando, per far posto a costruzioni civili, la proprietà ne decise la completa demolizione.

Al posto della chiesa e del convento e oltre l’antico campo de la Lana (artificiosamente snaturato in una larga strada) vennero innalzate costruzioni moderne di tipo popolare che nulla hanno a che vedere con il tipico tessuto urbano veneziano.

 

 

 

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