SESTIER DE

DORSODURO

ciexa de la Visitazion

CONTRADA

S. AGNESE

breve storia della Compagnia dei poveri Gesuati a Venezia

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Risalente alla biografia redatta da Feo Belcari nel 1449, la tradizione vuole che dopo aver letto la vita di Santa Maria Egiziaca (una prostituta pentita che trascorse l'ultima parte della vita infliggendosi pubbliche e severe penitenze) nel 1360 il ricco mercante e banchiere senese Giovanni Colombini, seguito dalla moglie Biagia, abbandonasse ogni attività e ricchezza per dedicarsi all’assistenza ai poveri. Egli dunque, assieme ai primi seguaci, iniziò l’opera sua dedicandosi al seppellimento dei cadaveri abbandonati, alla cura dei lebbrosi, ad assistere i moribondi negli ospedali pubblici.

Nel 1361 Colombini, bandito da Siena, iniziò a dedicarsi alla predicazione itinerante, facendo in breve aumentare il numero dei suoi seguaci che presto il popolo indicò come Gesuati, principalmente per il loro frequente ripetere nelle prediche il nome di Gesù.

Caddero presto in sospetto di eresia, sia per la loro vicinanza ai fraticelli e sia anche per aver iniziato una nuova famiglia religiosa contravvenendo alle disposizioni del concilio Lateranense IV. A motivo di ciò, il Colombini si persuase a chiedere il sostegno pontificio: egli si recò a Viterbo da papa Urbano V il quale, il 14 giugno 1367, approvò oralmente la Compagnia quale fraternità di laici, imponendo però loro di smettere di vestire di stracci, di adottare un abito uniforme e di risiedere stabilmente in conventi.

Colombini, in quel tempo già gravemente malato, morì poco dopo e anche il suo primo collaboratore, Francesco Vincenti, lo seguì di lì a poco. Fu allora Gerolamo d'Asciano che assunse la guida della Compagnia, apprestandosi ad attuare le disposizioni papali.

In breve tempo sorsero conventi a Lucca, Pistoia, Livorno, Arezzo, Firenze, Città di Castello, Ferrara, Bologna e Venezia, di pari passo fu anche definito l'abito: costituito da tonaca bianca, cappa e cappuccio grigi, cintura di cuoio; potevano andare scalzi oppure usare gli zoccoli. Essendo in larga parte di bassa estrazione sociale e analfabeti, i Gesuati si impegnarono con zelo nei lavori manuali e artigianali; alcuni conventi si specializzarono nella fabbricazione di orologi, altri nella produzione di vetrate artistiche, altri ancora nella confezione di prodotti erboristici e nella distillazione di acquavite (particolarità questa che valse loro più tardi l'appellativo di "frati dell'acquavite").

Nuovamente accusati di eresia, vennero sottoposti a esame e però riconosciuti innocenti dal certosino Niccolò Albergati e prosciolti da ogni accusa nel 1436 da papa Eugenio IV.

L'episodio però spinse questa volta il superiore della Compagnia, in quest’epoca Spinello Buoninsegna, a incaricare Giovanni Tavelli (poi vescovo di Ferrara, amico di Albergati e di papa Eugenio IV) di elaborare delle Costituzioni, traendo utili indicazioni dalla Regola di Sant’Agostino e da quella di San Benedetto.

Ebbe così inizio quella evoluzione che porterà la libera Compagnia di laici a trasformarsi in Ordine mendicante: nel 1499 papa Alessandro VI concederà loro il titolo di frati Gesuati di San Gerolamo; nel 1511 papa Giulio II imporrà loro di emettere i voti di religione e nel 1532 papa Clemente VII estenderà anche a loro i privilegi degli Eremitani. Nel 1567 i Gesuati saranno infine inseriti entro l’elenco degli Ordini mendicanti da papa Pio V.

La massima fioritura dell'Ordine si ebbe nel corso del XV secolo, quando ai dieci conventi esistenti se ne aggiunsero altri dodici (localizzati soprattutto in Veneto, ma anche a Roma, Milano, Brescia, Cremona e a Tolosa). L’espansione rallentò durante il XVI secolo, quando vennero fondati altri otto conventi, e crollò sensibilmente nel XVII secolo con due sole nuove fondazioni.

Il vistoso rallentamento era conseguenza della profonda crisi che stava attraversando l'Ordine, trovatosi non in grado di rispondere alle mutate esigenze religiose del tempo forse perché i Gesuati erano rimasti sostanzialmente un ordine laicale: solo nel 1606 infatti papa Paolo V acconsentì che a un determinato numero di frati fosse concesso l'accesso al sacerdozio e solamente nel 1611 tale limite fu completamente rimosso.

Era troppo tardi. Con le vocazioni in caduta libera, alcune comunità scivolarono verso una pericolosa rilassatezza di costumi il 6 dicembre 1668, con la bolla Romanus Pontifex, papa Clemente IX soppresse l’ordine dei Gesuati e con loro anche gli Eremiti di San Girolamo e i Canonici Regolari dell’isola veneziana di San Giorgio in Alga.

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