proprietà
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Ca’ Badoer venne costruita nel XIV secolo, quindi rinnovata una prima
volta nel Seicento e poi ristrutturata ancora nel corso del 1712 e poi nel
1759 per gli interni. L’omonima famiglia ne rimarrà proprietaria fino
all’estinzione del Ramo.
Successivamente
divenne sede dell’Istituto Santa Caterina delle Suore di Nevers, quindi nel
1974 viene acquistato dall’Università degli Studi (IUAV) e dal 2008 è sede
della Scuola di dottorato.
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descrizione
architettonica
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Un
tempo il lato di Ca’ Badoer che oggi prospetta
su rio tera’ de San
Toma’ si specchiava direttamente sull’acqua
dell’omonimo rio, e dell’attuale facciata si nota la lunga sequenza
di monofore ad arco, ciascuna con architrave aggettante orizzontale. Questa
ala deriva dalla caxa del priorato de
San Zuane Evangelista che apparteneva anch’essa alla famiglia Badoer.
Nel
suo insieme però Ca’ Badoer è un vasto
edificio che si sviluppa a forma di “Z” fra rio terà San Tomà
e l’opposta corte Vitalba ma
potendo includere anche calle de la laca,
se si considera anche l’estensione del rinomato giardino che al tempo era
uno dei più estesi in città e di cui sopravvive oggi ben poca cosa.
Un
documento del 1350 concesse ai Badoer il permesso di poter seppellire i
confratelli della Schola Granda de
San Zuane Evangelista nel cimitero ricavato davanti alla chiesa
omonima, sopra il quale venne poi costruito un portego.
Quando
nel 1759 venne intrapreso il radicale restauro di Ca’
Badoer, il salone da ballo, che ne divenne il
corpo centrale, fu costruito direttamente sopra il portego del sottostante cimitero (che continuò ad essere
utilizzato), cimiterium che con
la sua inamovibile presenza ha storicamente condizionato lo sviluppo
dell’edificio, determinandone quella singolare tipologia planimetrica
(schematizzata a forma di «Z»), che la differenzia completamente da quella
di qualsiasi altra Ca’ veneziana.
Si
noti inoltre che, per sua stessa natura, l'area cimiteriale sottostante la
grande sala da ballo non era mai stata interessata da alcuna edificazione,
se si esclude le esili colonne di sostegno del portego antistante l’antichissima omonima chiesa (juspatronato
della famiglia Badoer), dunque un terreno non mai sufficientemente
consolidato. Forse questa fragilità delle fondamenta si volle fosse
compensata dalla sua inusitata altezza interna, all’incirca otto metri,
dimensione che oltretutto contrasta rispetto alle altezze medie dei
soffitti delle altre stanze di Ca' Badoer.
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