La sarìa curiosa ...

do scomesse par el ponte

SESTIER DE

 S. POLO

Questa curiosità  do scomesse par el ponte , prende spunto dal fatto che quasi trentasette anni trascorsero fra la presentazione del primo progetto e la conclusione dei lavori di costruzione del monumentale ponte de Rialto, ultimato fra il 1588 ed il 1591.

E' comprensibile dunque che numerosi fossero divenuti nel frattempo gli scettici che non credevano possibile vederne completata la realizzazione.

Una volta però che l'opera venne portata a compimento, di tanta infondata diffidenza i veneziani ne fecero a lungo motivo di dileggio, individuando in due figure allegoriche poste sul Palazzo dei Camerlenghi, (realizzato tra il 1525 e il 1528), la giusta berlina per i detrattori delle capacità della Repubblica, fossero essi uomini o donne.

I due altorilievi si possono osservare scendendo il ponte de Rialto lungo la rampa esterna destra, andando verso San Giacometo.

La prima caricatura che s'incontra è dedicata alle scettiche di sesso femminile, poiché proprio una donna pare essere la figura con le fiamme che ardono sotto la vagina.

Poco distante, collocata poco prima del canton (angolo) con la naranzeria, è collocata la figura per gli scettici di sesso maschile, con le sembianze di un uomo con il pene che mostra l'unghia.

La tradizione popolare vuole che essi rappresentino, rispettivamente, una popolana che aveva sentenziato: "quando che i finisse el ponte, me ciaparà fogo la mona" (quando finiranno il ponte mi prenderà fuoco la vagina); al che un popolano avrebbe rilanciato: "sto ponte i lo finirà quando ch'el casso farà l'ongia" (il ponte sarà finito quando il pene metterà l'unghia).

La spontaneità dei due motti, tipica del fare scanzonato e genuino del popolo veneziano, cussì da Téra come da Mar, viene in qualche occasione ancora utilizzata per indicare qualunque evento che, vox populi, anche se iniziato non si concluderà mai.  

Né il Tassini né il Lorenzetti trattano di questa curiosità, così ho scelto di proporre le parti storiche che riguardano il celebre ponte ed il palazzo dei Camerlenghi.

Dal Tassini, (Curiosità Veneziane, VENEZIA, 1886, pag. 611):

"Rialto (Ponte, Sottoportici di). Rialto era una delle isole maggiori in cui nel principio del IX secolo venne trasportata da Malamocco la sede ducale. Quest'isola acquistò il nome del fiumicello Realto, o Prealto, che, secondo alcuni, unitamente ad un ramo del Brenta, scorreale d'appresso, o più probabilmente dall'altezza e pienezza del canale da cui veniva lambita, oppure dall'alta sua posizione a paragone delle circostanti isolette, per cui si disse Riva Alta donde Rivoalto, e Rialto. (…) Il primo ponte di Rialto venne eretto sopra barche nel 1175, ovvero 1180, da Nicolò Starattoni, o Barattieri. Al pari della Fondamenta, che attualmente si dice del Ferro, chiamavasi della Moneta per la prossima zecca (…) Nel 1264 si costrusse sugli stili, e durò fino al 1310 in cui fu tagliato nella ritirata di Bajamonte Tiepolo. Rifatto, precipitò nel 1444 per la soverchia folla accorsa al passaggio della sposa del marchese di Ferrara. Sorse quindi di bel nuovo, ma in tutte queste fabbriche conservossi il legno, benchè si allargasse, si rendesse levatojo nel mezzo, e si adornasse ai fianchi di botteghe. Solo nel 1588 incominciossi ad innalzarlo in marmo , costando tre anni di lavoro, e 250,000 ducati di spesa. Comunemente se ne crede architetto Antonio Da Ponte, quantunque un passo, che leggesi nell'orazione funebre del doge Pasquale Cicogna, scritta da Enea Silvio Piccolomini, autore contemporaneo, ed altri argomenti modernamente addotti dall'abate Antonio Magrini, attribuiscano invece il merito del disegno ad un patrizio Gio. Alvise Boldù, e soltanto lascino quello dell'esecuzione ad Antonio Da Ponte. (…)".

Dal Lorenzetti, (Venezia e il suo estuario, TRIESTE, 1975, pag.465):

"(…) Palazzo dei Camerlenghi, elegante costruzione lombardesca della Rinasc., un tempo allietata dal colore di porfidi e di altri fini marmi, d'interesse decorativo oltre che architettonico. Eretta tra il 1525 e il 1528, dogando Andrea Gritti (arch. Guglielmo Bergamasco ?), fu principalmente sede dei tre Camerlenghi, magistrati incaricati di provvedere alle finanze dello Stato e di altre magistrature minori, nonché, a piano terra, delle Prigioni di Stato".

 


 

la popolana incredula

il popolano saccente

CONTRADA

S. ZUANE

DE RIALTO

NARANZERIA

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