SESTIER DE CANAREGIO |
San Felice, martire |
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CONTRADA S. FELISE |
ricorrenza il giorno 31 agosto del calendario liturgico veneziano |
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Santo titolare della chiesa di: SAN FELISE |
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La storia dei Santi Felice e Adautto sembra interessi più l'archeologia che la devozione. Dopo il loro martirio, avvenuto probabilmente durante la persecuzione di Diocleziano agli inizi del IV secolo, essi vennero sepolti in una cripta del cimitero di Commodilla, sulla via delle Sette Chiese, un luogo poco lontano dalla basilica di San Paolo fuori le mura. La cripta venne in seguito trasformata da papa Siricio in basilica, successivamente ampliata e decorata di affreschi dai papi Giovanni I e Leone III, divenendo ben presto meta di pellegrini e di devoti fino al medioevo inoltrato, quando le catacombe ed il santuario caddero nell'oblio. Il cimitero di Commodilla e la tomba di Felice e Adautto vennero riscoperti nel 1720, ma la soddisfazione per il ritrovamento durò poco, perchè alcuni giorni dopo la volta della piccola basilica sotterranea improvvisamente crollò. Nuovamente i ruderi vennero dimenticati e l'incuria arrivò fino al 1903, quando la basilica, completamente restaurata, restituì uno dei più antichi affreschi paleocristiani, nel quale è raffigurato San Pietro che riceve le chiavi alla presenza dei Santi Stefano, Paolo, Felice e Adautto. Secondo una passione leggendaria, scritta nel secolo VII, quando il loro culto era in piena fioritura, Felice era un presbitero romano, condannato a morte durante la persecuzione di Diocleziano; nel mentre veniva condotto al luogo dell'esecuzione, sulla via che porta a Ostia, dalla folla dei curiosi e dei compagni di fede si staccò uno sconosciuto, che andò incontro al condannato; giunto ad un passo dai soldati incaricati dell'esecuzione, proclamò a voce ferma di essere cristiano e di voler condividere la stessa sorte del presbitero Felice. Venne esaudito senza troppi indugi, e dopo aver tagliato la testa di Felice, con la stessa spada venne decapitato anche l'audace, che aveva osato sfidare le leggi dell'imperatore. Chi era costui? Nessuno dei presenti ne conosceva l'identità e fu perciò chiamato semplicemente "adauctus", cioè aggiunto, da cui il nome Adautto, "eo quod sancto Felici auctus sit ad coronam martyrii". L'episodio restò ben vivo nella memoria della Chiesa romana, che associò i due martiri in un'unica commemorazione, al punto che alcune fonti si spingono a definirli fratelli. La notizia più antica sui due martiri ci è fornita da un carme di papa Damaso, in cui viene elogiato il presbitero Vero per averne decorato il sepolcro. La diffusione del loro culto nell'Europa settentrionale ebbe origine dal dono di alcuni frammenti prelevati dalle loro reliquie e donati da papa Leone IV alla moglie di Lotario, Ermengarda.
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San Felice
San Felice L'etimologia del nome deriva dal latino: "contento".
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