la mariegola |
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Iniziata la mariegola nel 1487, l'8 aprile 1516 essa viene approvata formalmente dai Provedadori de Comun che implicitamente riconoscono la fondazione della schola detta inizialmente dei barcaroli de Sant'Alvise e San Gerolamo. Nello stesso anno, appena qualche mese dopo, i Provedadori de Comun intervengono nuovamente per proibire l'aumento del numero delle barche assegnate inizialmente al tragheto. Nel 1519 il tragheto cambia nome ed assume la denominazione "del gheto novo". Nel 1552, mentre concedono alla schola di aumentare di una barca il numero di quelle assegnate, in modo che con gli incassi sia possibile aiutare i barcaroli più anziani, i Provedadori de Comun ribadiscono anche che dentro i confini di questo tragheto, che vanno dal ponte de l'aseo (rio de la misericordia) fino all'inizio del rio de San Girolamo, a nessun altro è consentito fare noli di barche. Tuttavia nel 1557 i Provedadori de Comun si vedono costretti a ritornare sull'argomento, pubblicando questa volta un editto che richiama quanto già stabilito in materia di confini, sotto pena di un mese di carcere per i trasgressori. Nel 1587 i Provedadori de Comun autorizzano la schola ad allargare i confini del traghetto, spostando quello orientale dal ponte de l'aseo fino al ponte dei servi, con l'obbligo di ormeggiare ogni giorno almeno tre barche nei pressi di questo nuovo limite. Nel 1612 viene stretto un accordo fra la schola e i Capi de la fradelanza dei banchi del Getto, in base al quale verrà mantenuta a loro disposizione una barca in cambio di un compenso fisso. Nel 1679 la fradelanza de la Misericordia del gheto novo si accorda con la schola perchè sia messa a disposizione del Capo de la fradelanza, sia in estate che in inverno, due barche con due vogatori ciascuna per portare al cimitero ebraico, situato al Lido, gli attrezzi e gli uomini necessari per preparare la fossa per la sepoltura e riportarli a Venezia al termine della cerimonia. Per risparmiare, i confratelli poveri saranno invece condotti alla sepoltura con barche della fradelanza. In caso di avversità atmosferiche, le barche saranno provviste di felze e, occorrendo, avranno anche più di due vogatori per barca. Resta al Capo la scelta di poter scegliere di utilizzare anche una sola barca con un solo vogatore per risparmiare sulle spese. Nel 1690 i Provedadori de Comun richiamano questo Gastaldo assieme a quello del tragheto del gheto vecio, affinchè non assumano noli fuori dai confini stabiliti che, viene ricordato, verso sud arrivano fino al ponte de San Lunardo sul rio omonimo. Nel 1723 il Capitolo decide che il primo barcariol che fa nolo alla mattina ha l'obbligo di "impizzar el feral" (accendere il fanale), se non vuole incorrere in pena. Nel 1722 la schola conta in assegnazione quindici libertà. Nel 1724 su istanza presentata dal Gastaldo, i Censori diffidano chiunque dall'assumere noli di "gondole, battelli e peate" dentro i confini del tragheto, che vengono nuovamente dichiarati essere dal ponte de l'aseo sino all'inizio del rio de San Girolamo, e "drio le caxe de Cha' Moro". Nel 1728 il Gastaldo, sostenuto nell'occasione anche dal Gastaldo del tragheto de San Felise, ricorre ai i Provedadori de Comun perchè venga impedito al Gastaldo del tragheto de San Marcuola di fare noli fuori dei due ponti e fino al rio de le callesele, vedendo accolte le loro proposte, anche per l'assenza del convenuto. Il ricorso del Gastaldo del tragheto de San Marcuola seguirà dopo qualche settimana ma sarà subito sospeso. Nel 1735 i Capitoli della schola vengono tenuti nella chiesa di Sant'Alvise. Nel 1771 i Provedadori de Comun riconoscono che questo tragheto ha pieno diritto di fare noli nel rio de le callesele. Nel 1798 il Capitolo riconosce colpevole uno dei barcaroli che dovrà consegnare una libbra di cera per aver tenuto un coltello "soto prova" (sotto la coperta di prua). |
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