SESTIER DE

CANAREGIO

ciexa de la Misericordia

CONTRADA

S. MARZILLAN

 

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La chiesa

Per altri fu un confratello che esibì alla schola "alcune case vicine, ove erigere uno spedale per miserevoli fratelli e per la confraternita, una cappella in onore della B.M. Vergine",

ciò che avrebbe oltretutto permesso nel 1309 la realizzazione della chiesa abbaziale di Santa Maria de la Misericordia sul terreno erboso (e perciò in origine detta Santa Maria in Valverde).

Si rinnova da ultimo la facciata della schola in stile gotico fiorito, che veniva completata nel 1451: è quella che oggi vediamo;

La chiesa, dell'architetto Clemente Moli, un noto collaboratore sia del Bernini che del Longhena, reca sopra il portale il busto del senatore Gaspare Moro, discendente del fondatore.

Il campanile

L'interno

Il convento di santa Maria della Misericordia sorse su di un terreno erboso e particolarmente fertile e per tale ragione assunse la denominazione di Val Verde.

Nel 939 per iniziativa delle famiglia patrizia Giuli si fabbricò la chiesa in onore della Vergine della Misericordia e, dopo un breve periodo, venne affidata a frati Agostiniani.

In seguito alla terribile pestilenza che nel 1348 sconvolse l'Europa intera e dimezzò la popolazione di Venezia, i religiosi perirono tutti ad eccezione del solo Priore Pietro Donato che per evitare la chiusura del cenobio l'affidò alla famiglia patrizia dei Moro alla quale fu definitivamente assegnato nel 1369 dal Patriarca di Grado Francesco Querini che le concesse il diritto di eleggere il Priore, diritto che fu conservato fino alla caduta della Serenissima (1797).

Nel 1308 venne fondata la Scuola di santa Maria della Misericordia alle cui vicende la chiesa fu sempre legata.
Fra gli anni 1651 - 1659 la facciata dell'edificio venne completamente rifatta assumendo l'aspetto odierno (come è leggibile nelle iscrizioni riportate sulla facciata) da Clemente Moli (seguace del Bernini e collaboratore del Longhena) che scolpì anche le due statue laterali la porta di ingresso, raffiguranti la Costanza e la Misericordia, e i due angeli laterali al busto del senatore Gasparo Moro che aveva finanziato i lavori di rifacimento.

Il 2 luglio 1828 la chiesa, chiusa ma non soppressa dopo gli editti napoleonici del 1806 e del 1810.

Successivamente venne affidata al sacerdote Pietro Pianton, ex Carmelitano Scalzo, dall'allora Patriarca di Venezia Jacopo Monico, per riaprirla al culto dopo la esecuzione di necessari e consistenti lavori di restauro. La chiesa era stata infatti depredata delle numerose opere che conteneva ad eccezione di una pala di Cima da Conegliano (1460-1518) raffigurante l'Angelo e Tobia e del monumento funebre a Jacopo Moro, ammiraglio della Serenissima morto nel 1377.

Nel 1833 il Pianton fece rifare l'organo da Pietro Bazzani (lo stesso che costruì l'organo della Madonna dell'Orto) e la Cantoria a barco tuttora esistente.

Sempre nel 1833 venne ricostruito il ponte in legno che unisce il Campo dell'Abbazia alla Fondamenta della Misericordia in sostituzione di quello, demolito, in pietra.
Furono rifatti pavimenti, soffitti e la cappella di destra, eretta nel XIV secolo dai Confratelli della Scuola della Misericordia in onore di santa Cristina e contenente una pala di Domenico Mazza raffigurante santa Cristina fra i santi Pietro e Paolo. La Cappella, rifatta nella stessa posizione e tuttora esistente sul lato destro dell'edificio venne riedificata in onore di santa Cristina, santa Dorotea e santa Callista.

Ai lati dell'altare maggiore vennero collocate due statue raffiguranti san Paolo e sant'Andrea, opera di Alessandro Vittoria (1525-1608).

Nel 1884 l'edificio rischiò l'abbattimento e il cardinale patriarca Domenico Agostini lo acquistò per evitarne la completa rovina. Nel 1891 l'edificio sacro e l'annesso convento furono affidati ai frati Servi di santa Maria che già in parrocchia erano stati per secoli presenti nel grande complesso conventuale di san Marziale.

I religiosi eseguirono altri lavori e la chiesa fu nuovamente arricchita da vari dipinti fra i quali quelli dei loro Sette santi Fondatori. I Servi officiarono la chiesa fino all'inizio degli anni settanta e venne acquistata da privati dai quali fu nuovamente venduta. Gli arredi e le suppellettili furono disseminati in varie parti e all'interno della chiesa rimangono fortunatamente inalterate le strutture e gli altari che sono conservati con grande sensibilità dalla proprietà attuale che ha adibito l'edificio sconsacrato a deposito di materiale. Due confessionali, con il monogramma dei Servi sono ora alla Madonna dell'Orto.
Dell'antico monastero rimangono le tracce ben leggibili e il vecchio campanile veneto bizantino che si erge solitario e sprovvisto di voce (le campane sono state asportate) come un fantasma che narra la propria storia alla Sacca della Misericordia dalla quale si vede.

 

 

 

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