SESTIER DE CANAREGIO |
ciexa de l' Anconeta |
CONTRADA S. MARCUOLA |
CENNI
STORICI: le origini di questa piccola chiesa sono legate al culto, professato da una Confraternita di giovani veneziani, di un’Anconeta (corruzione veneziana di “icona”) raffigurante l'Annunciazione, di loro proprietà, che era ritenuta miracolosa. Dapprima esposta alla venerazione del popolo su un altare della vicina chiesa di San Marcuola, in seguito ad alcune controversie insorte fra la Confraternita ed il Capitolo parrocchiale, venne da lì rimossa e collocata in un modesto Oratorio. Successivamente, grazie al generoso lascito testamentario di Agostino Carlotto, nel 1620 l'Oratorio venne ampliato ed arricchito al suo interno con tre altari in marmo e numerosi dipinti. Nel 1672 la chiesetta venne accolta sotto lo jus patronato della Serenissima Signoria. Nel 1740 l’edificio venne sottoposto ad un radicale restauro, che fu reso possibile grazie al lascito pervenuto da Laura Sandrin, facoltosa vedova di un testor de pani de lino. L’ingresso principale della chiesetta guardava l'attuale campiello de l'Anconeta, in tempi antichi detto anche campiello del boter. Nel 1806, a seguito dei decreti napoleonici di soppressione degli istituti religiosi, la chiesetta venne chiusa al culto e nel 1844, completamente abbandonata ed ormai spoglia di ogni arredo sacro, era già fortemente diroccata. L'edificio venne infine completamente
demolito nel 1855, in occasione dei lavori di allargamento (più
propriamente di “sventramento”) di calle del
pistor in continuazione del maggior spazio pedonale che fu ottenuto
in varie fasi con il deprecabile interramento dei circonvicini rio de San Lunardo, del rio Farsetti, e del rio del Cristo e del rio drio la
chiesa, opere insensate attuate dagli occupanti austriaci, che
hanno irrimediabilmente alterato l'originario aspetto "veneziano"
di questa zona della Contrada. |
OPERE D’ARTE: era nella navata: al soffitto, nel mezzo: Annunciazione, Natività di Maria e Visitazione, tre tele opera di L. Corona. al soffitto, ai lati: Presentazione di Maria al tempio e Assunzione, due tele opera di G. Petrelli, che sostituirono le quattro teste degli Evangelisti, opera di L. Corona, spostate in sagrestia. stava sopra la porta che dava in calle: Miracolo di Sant'Antonio dipinto di Van Dick. era nel presbiterio: al soffitto: figure di Angeli di G. Petrelli. all'altar maggiore: dedicato alla Beata Vergine, pala (?) opera di G. Petrelli. alle pareti: L'Angelo annunciante e La Vergine Annunciata, due quadri opera di D. Tintoretto. altare laterale in marmo: stava la pala con Crocifisso, Beata Vergine e San Giovanni. altare laterale in marmo: stava la pala con Sant'Ambrogio, Sant'Anna e Sant'Apollonia. tra le altre pitture che gli scrittori veneziani in particolare lodavano vi era una Lapidazione di Santo Stefano di G. Petrelli, un San Giovanni Evangelista e un San Marco entrambi di F. Bianchi, una Strage degli Innocenti di G. B. Rossi. Un inventario stilato nel 1806 enumerava, oltre a diversi argenti, ben venticinque quadri al soffitto. stavano in sagrestia: Quattro teste degli Evangelisti, opera di L. Corona, prima al soffitto della navata. Un quadretto con la Natività della Vergine di A. Leone. Una pala con San Francesco di Paola. |
L’INTERNO: a navata unica, nel lato all’opposto dell'entrata stava la cappella maggiore e alle pareti laterali i due altari. |
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