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schola de devozion |
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I locali ospitarono le riunioni della Confraternita di San Vincenzo Ferrer, per passare in seguito alla Confraternita del Santissimo Nome di Dio, la cui devozione risalente alla fraternita dei "laudesi" fondata dal domenicano San Pietro Martire, venne riconosciuta con l'approvazione della Regola da parte di Pio IV nel 1564. Sopra la porta murata (che reca su ambedue gli stipiti il bassorilievo di San Pietro Martire), è murata una croce con incisa la data del 1653, e le lettere S. N. D. B., iniziali del motto dell'ordine Domenicano: SIT NOMEN DOMINI BENEDICTUM La schola venne utilizzata anche per le riunioni della Confraternita di Santa Caterina da Siena, fondata nel 1458. L'edificio venne restaurato nel 1574, come da iscrizione che si trova in loco. Un quadro di Leandro Bassano, che apparteneva alla Scuola di San Vincenzo Ferrer, è oggi esposto all'Accademia di Belle Arti. L'edificio in origine si allungava verso l'esterno perpendicolarmente rispetto al corpo della chiesa, occupando così la parte centrale del campo. Quando ne venne decisa la demolizione, giustificandola con futili motivi di viabilità, la forte resistenza opposta da alcuni eminenti storici permise un intervento di compromesso che si risolse con lo smantellamento e lo spostamento della Scuola a ridosso della chiesa, che così venne inglobata nell'edificio sacro e trasformata nella cappella di San Tommaso.
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