La sarìa curiosa ... |
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Confesso subito che questa curiosità, 'na calle e do teste , ho avuto la fortuna di poterla modificare, correggendone titolo ed oggetto, grazie alle notizie attinte dal lavoro di Piero Pazzi (Stradario, VENEZIA, vol. I, pag. ). Il titolo originariamente assegnato, "meti le patate in capèo" risentiva dei trascorsi della mia infanzia, quando di una persona dalla testa particolarmente sviluppata si diceva, a mò di scherzoso motteggio: va a comprar do chii de patate, mio ben! - va ben, mama, ma dove xe che le puzo? - metie in capèo amore!" (vai a comprare due chili di patate, tesoro! - va bene mamma e dove le metto? - dentro al cappello, amore!). L'errore però stava nell'individuazione della testa sbagliata, da me ritenuta quella, enorme, murata sull'edificio posto subito dopo l'attuale scuola elementare "Giacinto Gallina". Davvero sono sempre stato convinto che la calle della Testa traesse il proprio nome dalla presenza di quella che qui chiamerò ora la "TESTA FALSA", murata sopra il civico 6216. Rileggendo il Tassini (Edifici distrutti o volti ad altro uso, VENEZIA, pag. ) ho invece rilevato che il caseggiato sul quale si trova collocata la "TESTA FALSA" venne costruito nell'800, dopo che l'antico Ospizio che ne occupava l'area venne completamente demolito. Il confronto con le notizie raccolte dal Pazzi, il quale ha rinvenuto che il toponimo è documentato fin dal 1490, ha confermato che certamente la "TESTA VERA" non può essere che quella ancora oggi posizionata sulla cuspide dell'arco che immette in calle de l'Anzolo e che, direi abbastanza singolarmente, è ruotata verso destra a guardare Ca' Loredan Grifalconi che si erge dirimpetto.
La cronacheta de Sior Antonio Rioba. In verità, de sora del zogheto de le patate, 'na volta se dixeva anca: "Oi testa da Macara!". Chi che fusse 'sto Macara no lo go mai savesto, de sicuro nol gaveva 'na testa picola. Chissà da dove che la vien 'stà musana de piera co i cavei messi in chi stati.
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