SESTIERE DE CASTELO |
San Severo di Ravenna, vescovo |
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CONTRADA S. SEVERO |
ricorrenza il giorno 1 febbraio del calendario liturgico veneziano |
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Santo titolare della chiesa: SAN SEVERO |
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Dall’antico "Catalogo Episcopale" si ricava la notizia che Severo fu il dodicesimo vescovo di Ravenna, dopo Marcellino e prima di Liberio. Della sua vita purtroppo non si sa praticamente nulla, tranne che il suo nome compare tra i partecipanti al Concilio di Sardica (antico nome della città di Sofia, in Bulgaria), tenutosi nel 342-343 ed inoltre che fu fra i sottoscrittori dei canoni conciliari, della lettera sinodica inviata a Papa San Giulio I (337-352) e di quella a tutti i vescovi. Come riferiscono gli agiografi medioevali, Agnello e Liutolfo, Severo morì il 1 febbraio di un anno subito dopo il 342 e in questo giorno venne ricordato nell’antico Calendario italico, inserito poi nel "Martirologio Geronimiano", venne sepolto nella zona di Classe presso Ravenna, in un sacello chiamato “monasterium S. Rophili” aderente al lato sud della basilica del secolo VI. Testimonianze dell’antico culto sono le notizie di due traslazioni di reliquie del santo vescovo, una citata nel ‘Martirologio Geronimiano’ al 27 novembre, avvenuta a Milano, poco dopo l’episcopato di s. Ambrogio (340-397), insieme a quelle di altri quattro santi e un’altra celebrata al 3 settembre ad Aquileia, anche qui con quelle di altri quattro santi, fra cui Sant'Andrea apostolo. Grande testimonianza del culto tributatogli a Ravenna, sono i mosaici di Sant'Apollinare in Classe (consacrata nel 549), situati nella parte inferiore dell’abside, rappresentanti i vescovi Severo, Orso, Ecclesio ed Ursicino; l’appellativo di “Sanctus” sui nomi dei primi due testimoniano la prova di sicuro culto. Per quanto riguarda i testi letterari che riguardano San Severo, essi sono in buona parte leggendari, raccolti e trascritti dagli agiografi medioevali; la biografia che se ne ricava dice che il Santo, povero lanaiolo di Ravenna, si recò in chiesa dopo la morte del vescovo Marcellino, per assistere all’elezione del successore quando una colomba gli si posò più volte sulla testa, così che tutto il popolo non fece difficoltà a riconoscere l’eletto di Dio. Secondo l’agiografo Liutolfo, il corpo di San Severo non rimase per molto tempo nella sua basilica di Classe; nell’842 un monaco franco di nome Felice, trafugò le reliquie di San Severo, Vincenza e Innocenza e le trasferì prima a Magonza poi ad Erfurt, diffondendo così il culto in tutta la Germania, dove sorsero molte chiese in suo onore.
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San Severo
San Severo L'etimologia del nome "Severo" deriva dal latino: "austero" e "rigido".
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