Ospeai & ospissi |
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La storia. Nel 1409 Elena Celsi, vedova Vioni, faceva testamento disponendo che una sua casa posta in riva dei S'ciavoni, in angolo con la calle del Dose, fosse destinata ad accogliere le povere donne che si trovassero di passaggio in città, nel loro viaggio verso il Santo Sepolcro a Gerusalemme. Successe però che nel 1470, a seguito della perdita della piazzaforte di Negroponte ad opera dei turchi, un gran numero di profughi iniziò a giungere a Venezia, tra questi anche due giovani donne, Beatrice Venier e Polissena Premarin, che nel corso del 1475 furono accolte in questo ospissio. Le due donne, assieme ad altre ricoverate, abbracciavano nel 1482 il terzo ordine di San Francesco (divenendo terziarie o, come si diceva in veneziano, pizòcare) e costituendo presso l'ospissio il primo nucleo di quello che, in breve tempo, diverrà noto in città come il convento del Santo Sepolcro. Nel 1493 il convento (al quale si era nel frattempo aggiunta anche la chiesa, fatta erigere dai Commissari dell'ospissio e dedicata alla Presentazione della Vergine) venne dato in perpetua concessione alla comunità delle pizòcare, e con esso anche la gestione dell'ospissio. Tale situazione perdurò solo fino al 1500, quando le pizòcare ottennero di essere ufficialmente dispensate dall'obbligo di dover accogliere le pellegrine, di fatto facendo cessare quanto rimaneva dell'originaria funzione dell'ospissio. Ormai libere dall'impegno di ospitare, grazie alle cospicue donazioni nel frattempo affluite, le pizòcare poterono acquistare l'adiacente Ca' Molin detta "delle due torri", e quindi fra il 1513 e il 1523 esse si dedicarono ai lavori di ristrutturazione e di ampliamento del convento. Caduta la Repubblica nel 1797, in seguito agli editti napoleonici del 1806 il convento venne soppresso e tutti gli edifici vennero avocati dal Demanio militare.
L'edificio. Dell'originaria casetta oggi non rimane più alcuna traccia, né della Ca' Molin detta "delle due torri" dopo che la stessa, come abbiamo veduto, venne inglobata nel convento. All'interno della chiesa, a ricordo di quella che era stata l'originaria funzione dell'ospissio, era stato eretto un imponente cenotafio a somiglianza del Santo Sepolcro ed il convento divenne giustamente famoso grazie a questa riproduzione quasi perfetta. Dopo una storia plurisecolare, caduta la Repubblica nel 1797, il convento e la chiesa caddero vittime delle devastazioni provocate dagli editti napoleonici del 1808, che soppressero l'ordine, ristrutturarono profondamente l'ex convento adibendolo a caserma, non prima però di spogliare la chiesa di tutti gli ornamenti e di inglobarla nella ristrutturazione. Oggi sulla riva dei S'ciavoni del convento è sopravvissuto, incompleto, solo l'antico portale d'ingresso, attribuito da alcuni al Sansovino e dal altri al Vittoria. Esso sarebbe stato commissionato nel 1570 dal medico Tommaso Rangone, il cui busto, un tempo collocato nel timpano, si conserva attualmente nel Seminario Patriarcale. All'interno dell'edifico, non è invece più possibile affermare se i chiostri interni sono quelli di quella che fu Ca' Molin delle due torri oppure se traggano origine da quelli del convento delle pizòcare. Ai giorni nostri l'intero complesso ospita una caserma, la "F. Cornoldi", prestigiosa sede del Circolo Unificato dell'Esercito e sede del Presidio Militare di Venezia.
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