La sarìa curiosa ...

la vecia del morter

SESTIER DE

 S. MARCO

Partiti da campo Sant'Agostin la piovosa mattina del 15 giugno del 1310, il drappello armato dei rivoltosi guidati da Bajamonte Tiepolo sostò per qualche attimo all'inizio della stretta marzaria del rologio, pochi passi prima del suo sbocco in piazza San Marco, decisi ormai ad affrontare il Dose Piero Gradenigo e ill gruppo di nobilomeni a lui fedeli, in uno scontro mortale nel quale si sarebbero decisi i destini della Repubblica.

Richiamata dal tumulto e dalle grida, come molti altri, anche la  vecia del morter  si affacciò alla finestra e spaventatasi urtò col gomito il pesante mortaio in pietra che cadendo ... ma lascio ad altri più titolati esporre la cronaca di quel giorno, iniziando dal Molmenti (La storia di Venezia nella vita privata, vol.I, pag. 67, nota 1) che dice:

"scrive il Cicogna, Iscr. Ven., III, 30: "dicono alcuni, e così tengo anch'io, che questa donna, accorsa alla finestra dallo strepito della gente, abbia non già volontariamente gettato il mortajo, ma a caso dato di urto in esso, sì che cadde e colpì l'alfiere. Altri, con evidente errore, scrissero che il mortajo colpì di netto Beomondo e lo uccise. Questa donna, che alcuni voglion di cognome Rossi e di nome Giustina, ma che in uno strumentio vitalizio veggo nominata Lucia, fu chiamata dal doge Gradenigo che voleva premiarla; al quale essa altro non domandò se non dipoter esporre nel dì di San Vito e in ogni solenne giorno della città a quella finestra, donde precipitò il mortaio, uno stendardo o bandiera, collo stemma di San Marco; e che i Procuratori di San Marco non potessero accrescere la pigione della casa da essa abitata, né a lei, né a' suoi discendenti; e le venne ogni cosa accordata". Ivi: Il Cecchetti, in "Arch. Ven." a. 1883, t. XXV, pag. 144, pubblicò un documento, dal quale si rileva che la donna del mortaio si chiamava invece Maria de Oltise".

Assai interessante e maggiormente dettagliata la versione del Tassini (Curiosità Veneziane, VENEZIA, 1886, pag. 141):

"Cappello (Sottoportico e Calle del) a S. Marco. (…) Presso al Sottoportico del Cappello fu posta nel 1841 una scultura, rappresentante una vecchia che, affacciandosi alla finestra, urta e fa cadere sulla strada un mortaio. E' il sito ove abitava quella Giustina, o Lucia Rossi, la quale affacciandosi appunto alla finestra il 15 giugno 1310, al rumore prodotto dai congiurati di Beomondo, o Bajamonte Tiepolo, lasciò cadere un mortaio sulla testa del vessillifero dei ribelli. Vuolsi che egli morisse colà ove scorgersi tuttora un pezzo di bianco marmo innestato nel pavimento. Il Doge e la Signoria fecero chiamare la Rossi per premiarla, ed essa, dopo aversi a lungo schermito, chiese di poter esporre nei giorni festivi da quella finestra donde precipitò il mortaio, uno stendardo o bandiera, collo stemma di S. Marco. Chiese inoltre che i Procuratori di San Marco, proprietarii della casa ove abitava, e della sottoposta bottega, non ne potessero crescere l'annua pigione, anzi estese il beneficio a tutti i di lei discendenti. Per la storia successiva di questa casa e bottega, le quali da quel momento in poi si chiamarono della Grazia del Morter, vedi l'opuscolo: Storia della Casa e Bottega in Venezia di ragione della Grazia del Morter, e Cenni sulla congiura di Beomondo Tiepolo. Venezia, Molinari, 1842".

Il Lorenzetti (Venezia e il suo estuario, TRIESTE, 1975, pag. 326) ci offre in merito ulteriori dettagli:

"(…) A pochi passi da l’Arco dell’Orologio, presso il Sottoportico del Cappello nero (dal nome di un antichissimo albergo), sarebbero state affrontate e respinte (15 giugno 1310) le schiere di Bajamonte Tiepolo che aveva tentato un colpo di mano per rovesciare il governo repubblicano aristocratico e disfarsi del Doge Pietro Gradenigo.

La tradizione racconta che a questa vittoria sui congiurati avrebbe contribuito una popolana, Giustina Rossi, che, affacciatasi alla finestra per curiosare, avrebbe rovesciato, per caso, il mortaio su la testa dell’alfiere che cavalcava accanto a Bajamonte Tiepolo, così che le sue schiere, vedendo caduto il vessillo, si sarebbero date alla fuga.

A ricordare questo episodio (sopra l’arco fu posto un rilievo marmoreo, la “Vecchia del Morter”, e fu  infissa nel pavimento una pietra con la data), esponevasi ad ogni ricorrenza anniversaria una bandiera dipinta (ora al Museo Correr), mentre la Signoria visitava, per rendimento di grazia, la Chiesa di San Vio, nel giorno del cui nome le schiere dei congiurati erano state disperse (…)".

 

La cronacheta de Sior Antonio Rioba.

Lo ga butà zoso de proposito? La ghe ga da 'na paca par sbaglio? No lo savaremo mai.

'Na roba però xe sicura, e su questo no ghe xe niente da zontar: el pericolo quela volta xe stà davero grando e la man de Samarco ga ben guidà la nostra brava veceta!

 


 

 

 

 

CONTRADA

S. BASSO

MARZARIA

DEL ROLOGIO

torna indrìo a st'altre

<< Curiosità del Sestier

 

<< torna indrìo