La sarìa curiosa ... |
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E' praticamente impossibile arrivare ad ammirare questa curiosità, el Santissimo Sacramento , se non per una scelta precisa o perchè smarritisi per la (sana) voglia di voler "esplorare" la città al di fuori dei soliti itinerari "da transumanza" piazzale Roma - Rialto - San Marco e viceversa. Giunti in campo San Maurizio, si apre sul lato meridionale la lunga e stretta calle del Dose Da Ponte, che conduce dal campo fino alla fondamenta del tragheto San Maurizio (che da sola vale la venuta). Qui giunti è facile restare rapiti dallo spettacolo che si para davanti agli occhi, tanto che potrebbe anche far dimenticare l'opportunità di andare a curiosare oltre la soglia del basso (el xe da seno basso!) sotoportego del Santissimo che alla fine della fondamenta introduce nell'omonima corte. Il luogo, appartato quanto non mai, ospita vicino al civico 2717 il delicato tabernacolo, opera del XVII secolo, in pietra d'Istria e marmo rosso di Verona, oggetto appunto di questa curiosità. Il Lorenzetti non ne parla, il Tassini invece (Curiosità Veneziane, VENEZIA, 1886, pag. 646) un riferimento preciso lo fa: "Santissimo (Corte e Sottoportico) a S. Maurizio. Dall'immagine del Santissimo, scolpita in pietra sul prospetto di una casa con sopra le parole: "Sia Laudato il Santis Sacramento", ed all'intorno, e sotto, le altre: "Regi Seculorum / Immortali Et InvisibIli / Domus Et Om.ia P.ri Caimi / M.ci VIII Settembre, Giorno Della NativitA di Maria Vergine, Anno Del Signore MDCLXV". Ritroviamo infatti che l'Ecc. Piero Caimo Medico q. Azino da Udine comperò il 16 luglio 1658 dai Procuratori de Supra, quali commissarii di Marcantonio Morosini, una casa posta in contrà di S. Mauritio, e rileviamo dalla Descrizione della parrocchia di San Maurizio pel 1661 che la casa suddetta, in quel tempo appigionata al signor Co. Paolo Conti Padovano, sorgeva precisamente nella corte fin d'allora detta del Santissimo. Crediamo poi che l'anno 1665 dell'iscrizione segni l'epoca nella quale Pietro Caimo riedificò il proprio stabile, e rinnovò l'insieme l'immagine del Santissimo colà prima esistente. Pietro Caimo nel 1661 abitava in parrocchia di San Giuliano, giù dal Ponte dei Ferali, in una casa di D.o Biasio e Marco fratelli Donati, possedendo in quelle vicinanze altre due case comperate dalla Procuratia de Citra".
La visita fatta personalmente al tabernacolo per la fotografia, oltre a purtroppo confermare lo stato di diffuso ed allarmante degrado (2004), mi ha permesso di verificare anche le scritte incise, che nella grafia sono riportate come segue: in alto: SIA LAVDATO IL SANTIS[simo] SACRAMENTO
sul frontone al di sotto dei due angeli che reggono il Calice Eucaristico:
REGI SECVLORVM IMMORTALI ET INVISIBILI
Al di sotto di questa: DOM[us] ET OM[n]IA P.RI CAIMI M.CI
Ancora al di sotto, sulla sinistra: ANNO DOMINI MDCLXV
a destra: VIII 7BRIS DIE NATIVITATIS VIRG[ini]S MARIAE
La cronacheta de Sior Antonio Rioba. Anca 'sto bel capitèo xe drio rovinarse pian pian e fra poco, da seno, no se lezarà più niente.
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