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Camera del Purgo

SESTIER DE

 S. CROSE

La memoria dell'esistenza del Purgo è rimasta viva in città almeno fino allo scavo del rio novo (1932), che ha comportato la sua quasi completa sparizione, ad eccezione del muro di fondazione occidentale.

A Venezia Purgo venne così denominato per secoli un luogo che si trovava posto subito dopo la chiesa di Santa Crose, in volta de canal, all'interno del quale si trovava un fullonicum (come ancora veniva indicato nelle incisioni di A. Canal), e vicino a quella che il catasto napoleonico dell'inizio ottocento indicava quale sbiancheria. La zona era una concentrazione di artigiani che lavoravano la lana durante tutte le sue fasi (mondatura, ascigatura, cardatura, filatura), tanto che numerosi toponimi sono riportati nei candidi nizioleti, come ad esempio quello della calle dei lavadori de lana.

Nel dialetto veneziano Purgo assunse, come altrove in Italia, il significato di posto attrezzato a  purgare i panni di lana, ossia lavarli dal grasso animale, operazione che abbisognava di grandi quantità di acqua dolce, di cui la città non era fornita.

Per questo motivo, in progresso di tempo, i vari stabilimenti emigrarono verso la gronda lagunare vicino alle foci della Brenta, ciò che giustifica l'antica esistenza di un canal del purgo nella palude del Bottenigo, toponimo che sopravvisse fino alla fine dell'800 e luogo dove operarono i fullonica di proprietà dei Minotto, e la località di Santa Maria in folo.

Ritornando al Purgo, vi è da dire che non fu però questo il luogo originario dove esso venne costituito, poichè dal 1353 il Purgo si trovava in un punto imprecisato nei pressi di rio Marin, nella confinante Contrada San Simeon Grando, ma li posto venne poi abbandonato e lo stabilimento spostato presso la sede sopra indicata, quando la Magnifica Camera del Purgo (cui era intitolato un sotterraneo nella Contrada di San Simeon Picolo), acquistò nel 1587 uno stabile condicionato ... sopra Canal Grando app. Santa Crose.

Come detto, la zona divenne immediatamente nota in città come la localizzazione del Purgo, tanto che quando nel 1615 nella fondamenta prospiciente si trasferirono a  far stalìa le barche provenienti da Padova, l'ormeggio veniva indicato essere di là del Purgo per mezo la Crose.

Pare inoltre che anticamente fosse qui esistito un piccolo castello, eretto su un meandro importante del Rivus Altus fra la fine del VI e il VII secolo, seppure esso non fosse derivato dal rinforzo o dalla ricostruzione un preesistente castellum romano.

Il Purgo appare nel '600 e '700 in numerose carte, avendo una sua precisa identificazione logistica, tanto da impedire qualunque confusione con la sbiancheria. L'incisione di V. M. Coronelli del 1696 è al riguardo assai eloquente.

Nell'incisione di A. Canal e A. Visentini del 1751, il Purgo è l'edificio che si nota addossato al palazzo seicentesco (attuale albergo Santa Chiara), e qui raffigurato come una grande muraglia cieca, con la verso il Canalasso e su cui è stato aggiunto un lungo camino.

Nei successivi catasti dell'800 il Purgo è rappresentato come un fabbricato di circa 70 metri di lunghezza diviso in due particelle catastali, che nel 1814, essendo già stato soppresso il monastero di Santa Crose, vengono identificate come saloni di proprietà del Sig. Businello, confinanti con il monastero. Un luogo singolare, ma certo non identificabile con la Magnifica Camera del Purgo.

Nell'album del Quadri del 1828, mentre il muro verso oriente è rimasto cieco, al lato opposto, accanto al palazzo seicentesco, risulta innalzato un nuovo edificio con facciata ritmata da due grandi porte e due grandi finestre, che letto utilizzando la pianta del catasto napoleonico, mostra come esso consistesse in due lunghi magazzini del tipo dei saloni alle Zattere, originariamente agibili però solo dall'ex monastero o dal lato meridionale: un evidente adattamento a funzioni preesistenti.

Del resto però il monumento sussiste, incorporato all'inizio dell'800 nel monastero di Santa Crose, anch'esso di remota fondazione, che comunque era già stato una prima volta demolito nel 1500, come attesta la veduta del De' Barbari, dove una singolare muraglia lunga ed altissima sovrasta senza apparente significato le case attorno e lo stesso salone.

Ai giorni nostri il Purgo è testimoniato dalla grande muraglia residua, chiaramente individuabile sul lato occidentale del rio novo, seppure essa risulti essere stata variamente manipolata nel corso di successivi rimaneggiamenti che, singolarmente, ne hanno riportato l'aspetto al castellum romano.

 


 

CONTRADA

S. CROSE

FONDAMENTA

DEL PURGO

 

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W. DORIGO "Venezia Origini"

vol. I, pag.254/255 e pagg. 264/265, Venezia 1983

 

PIANTA DEL DE' BARBARI (1500). Il muro residuo del Purgo, non ancora inglobato nell'edificio.

 

PIANTA DI G. MERLO (1696). Il muro privo del tratto sul fronte del Canal Grande.

 

PIANTA DI V. M. CORONELLI (1696). Il Purgo identificato nell'Isolario dell'Atlante Veneto.

 

INCISIONE DI A. VISENTINI (1751).

"Prospectus in Magnum Canalem e Regione S. Clarae ad Aedem S. Crucis". Il Purgo come muraglia cieca.

 

INCISIONE di A. QUADRI (1828) "Il Canal Grande di Venezia". L'edificio che inglobò il resto del Purgo, all'estremità del demolito monastero di Santa Crose.