L'Arte dei boteri e butiglieri
radunava gli artigiani che fabbricavano e vendevano botti, tini e
bottiglie.
Per impedire l'incetta di materia prima, ai boteri era fatto
divieto di acquistare più di 1.500 doghe per volta nei luoghi di vendita
in città: le rive fra il ponte di rialto e il
tragheto di Santa Sofia, la
Barbaria de le Tole a
San Zanipolo, la
contrada di San Basegio. Il legname utilizzato variava in relazione alla
dimensione delle botti: quelle più grandi di rovere o di castagno; quelle
più piccole (i barili) di abete, larice e salice. Ufficio interno
all'Arte era il Soprastante a le botti da ogio. La statistica del
1773 contava 130 capimaestri, 24 garzoni, 22 lavoranti; 54 botteghe. |