la mariegola |
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L’Arte di coloro che oggi chiamiamo fornai, a Venezia un tempo si articolava in due coloneli (rami) rigidamente separati: da una parte i pistori (panettieri) e dall'altra i forneri (fornai), quest'ultimi detti anche pancogoli o panicuocoli (cuocitori di pane). Come si conveniva, le due Arti avevano anche schole separate; anzi ulteriormente suddivisi al loro interno risultavano i pistori, separati in una schola riservata alla comunità lombarda e una per la comunità tedesca. In materia intervenne però il Consejo dei Diese con un decreto del 13 maggio 1422, che ordinava l'immediata soppressione delle tre schole e la contemporanea riunione dell'Arte in una comune per tutti. Alcuni mesi dopo però, il 23 luglio di quell'anno, i pistori tedeschi chiesero, ed in seguito ottennero dallo stesso Consejo dei Diese, di poter continuare a rimanere distaccati, motivando la necessità dal fatto che nella propria schola essi svolgevano niente più che le pratiche religiose di fede protestante. Nel 1445 il Consejo dei Diese autorizzava i forneri alla fondazione della loro schola. Nel 1463, dopo l'approvazione del Senato, i Provedadori de Comun autorizzarono i compagni ad acquistare, per la somma pattuita di 1.000 ducati, un'area libera posta "a piè del ponte di sancta Maria del orto", quindi alla fine di calle dei mori, sulla quale sarebbe dovuto sorgere l'edificio della schola. Tuttavia la scarsità delle risorse finanziarie non consentì di completare i lavori prima del 1471, quando i forneri fecero finalmente ingresso nella schola, entro la quale venne in seguito ricavato anche un ospeal per dare ricovero ai confratelli malati o indigenti. Nel 1477 il Capitolo stabiliva che prima della messa da celebrarsi ogni prima domenica del mese sull'altare della Madona de le Grazie e Re Magi, in chiesa della Madona de l'orto, due o tre compagni scortino la croce che, per l'occasione, viene spostata dalla schola dentro la chiesa. Nel 1507 si delibera che nessuno possa essere ammesso in ospeal senza aver prima ottenuto il consenso della Banca. Nel 1622 i Capi del Consejo dei Diese ricordano che il penelo della schola dei bombardieri ha la precedenza su tutti gli altri nei funerali di compagni iscritti anche a quella schola. Nel 1766 la schola stringe un accordo con i religiosi della chiesa della Madona de l'orto per la celebrazione di messe cantate in varie ricorrenze. Nel 1768 il Capitolo delibera che il cappellano della schola possa farsi a proprie spese una tomba con lapide nella cappella dove si trova l'altare utilizzato dalla schola. Caduta la Repubblica, la schola e l'ospeal vennero soppressi dagli editti napoleonici del 1807. La proprietà venne incamerata dal Demanio per poi essere successivamente venduta a privati che la frazionarono in abitazioni. La facciata dell'edificio è ancora oggi visibile dalla fondamenta de la Madona de l'orto, con entrata da calle dei mori agli anagrafici 3378-3379.
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