la mariegola |
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Nel 1251 viene donata alla schola, che ha la propria sede nella chiesa di San Zuane in bragora, una reliquia appartenente a San Giacomo minore. Nel 1360 il Capitolo denuncia che la schola è povera, e che pertanto è necessario che i compagni che siano anche proprietari di burchi, si tassino, escludendo però i loro lavoranti. Nel 1400 vengono previste delle penalità a carico dei proprietari di burchi che mancassero di mettere in buon ordine le loro imbarcazioni e di partecipare al corteo acqueo che veniva organizzato per la festa della "Sensa". Nel 1515 il Capitolo nuovamente si lamenta dell'estrema povertà in cui versa la schola, tanto che la pala sull'altare è ormai così malridotta e trascurata che non si riesce più a capire se vi sia raffigurato un santo o una santa. Viene pertanto assegnato ad ogni capo barca il versamento di una quota fissa, da versare assieme ad un'offerta da farsi da parte del proprietario. Si tenterà per questa via di costituire un fondo da utilizzare in seguito per restaurare l'altare e la pala. Dopo questa nota, la notizia successiva è disponibile in data 17 settembre 1773, quando viene trascritta una Parte presa in Senato che sopprime formalmente la schola. Nonostante ciò, la Giustizia Vechia, a cui la schola era soggetta, continuerà ancora per qualche tempo a mantenere in attività un certo numero di sabioneri, con l'incarico esclusivo loro affidato di curare l'approvvigionamento del quantitativo di sabbia necessario alla zavorra delle navi.
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