SESTIER DE

DORSODURO

ciexa de San Trovaso

CONTRADA

S. TROVASO

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Cenni storici:

La tradizione vuole che San Vitale sia il padre dei due gemelli Gervasio e Protasio, al punto che alcuni storici ritengono che la chiesa a lui dedicata, situata de çitra del Canalazzo - sia stata fondata quasi come "gemmazione" di quella di San Trovaso.

L'origine della chiesa viene fatta risalire al VIII secolo, ed anche se su questo punto le fonti sono incerte, è sicuro che essa abbia comunque origini antichissime, e che nel corso del IX secolo sia stata  intitolata ai Santi Gervasio, Protasio e Crisogono (contitolare). All'epoca erano infatti qui venerate anche le spoglie di San Crisogono, che però misteriosamente scomparvero nel 1583, quando la chiesa improvvisamente crollò. Si vuole che  il corpo del martire sia stato trafugato per essere riportato in patria, da dove era stato trasferito a Venezia. Comunque sia, le spoglie di San Crisogono ritornarono effettivamente a casa, essendo oggi venerate nella cattedrale della città dove nacque, Zara.

Notizie risalenti al 1028 riferiscono che in quest'epoca l'edificio venne riedificato grazie al generoso sostegno economico offerto dalla nobile famiglia Barbarigo. Nel 1105 un violento incendio distrusse completamente la chiesa che venne ricostruita con nartece e mosaici sulla cupola.

Dopo l'improvviso crollo nella notte del 12 settembre 1583, nel 1584 la chiesa attuale vide la posa della prima pietra e sebbene le fonti più antiche sostengano che l'architetto della ricostruzione sarebbe stato Palladio, nel corso del Novecento illustri pareri affidarono la paternità del progetto ad un suo allievo, lo Smeraldi.

Venne riconsacrata nel 1657.

In seguito un radicale restauro del 1857 rinnovò quasi tutti gli altari, e in quell'occasione anche molte delle opere presenti vennero sostituite.

 

 

 

 

Opere d'arte:

navata

volta a botte

controfacciata:

organo di Gaetano Callido (1765) con cantoria lignea

lato destro, prima cappella:

detta cappella dei squeraroli, in quanto apparteneva alla schola picola dei squeraroli.

all'altare: dipinto San Pio X in gloria (1954) di J. Barasciutti.

paliotto: Visitazione (1626-28) di Anonimo.

lato destro, seconda cappella:

cappella San Costanzo d'Ancona

protettore dei schola (o università) dei nonzoli (sacrestani) che qui ebbe la sua sede dal 1865. Le spoglie del Santo stavano in origine nella soppressa chiesa di San Basegio, furono qui trasportate forse assieme al dipinto, che è stato ingrandito per adattarlo alla nuova posizione.

all'altare: dipinto San Costanzo d'Ancona in preghiera (1755 circa) di G. Diziani.

lato destro, terza cappella:

cappella di San francesco

all'altare: dipinto San Francesco di Paola con committente (1591-1609) di A. Benfatto dal Friso.

lato destro, verso il transetto:

al pilastro angolare: dipinto Ritratto del beato Pietro Acotanto (XVII secolo) di Anonimo. Patrizio veneziano del XII secolo che utilizzò le sue ricchezze per darle ai poveri ed è sepolto nella cappella lion.

lato destro, braccio del transetto:

cappella clary

con l'altare realizzato nel 1620.

all'altare: dipinto Annunciazione (1621-28 circa), della scuola di J. Palma il Giovane.

paliotto: Angeli recanti i segni della Passione e sui lati angeli musicanti (1470) del Maestro di San Trovaso. Composto da tre pannelli in bassorilievo, rappresenta una delle sculture più interessanti della rinascenza.

lato destro, braccio del transetto:

sopra l'ingresso laterale: dipinto Nozze di Cana (ante 1954) di A. Vicentino, qui portato nel 1847 proveniente dalla soppressa chiesa di Ogni Santi.

lato destro, braccio del transetto:

fonte battesimale: statua San Giovanni Battista (1700) di Anonimo.

cappella a destra della maggiore:

cappella molin

terminata nel 1599, come riporta l'iscrizione a destra dell'altare.

all'altare: pala Crocefissione con le Marie (1589) di D. Tintoretto.

alla colonna: dipinto San Giuseppe col Bambino (1820 circa) di Anonimo.

presbiterio:

alla colonna: due candelabri in legno dorato (XVIII secolo) attribuiti al Brustolon.

alla parete destra: dipinto Adorazione dei Magi (1587) di D. Tintoretto, qui portato nel 1847 proveniente dalla soppressa chiesa di Santa Maria Mazor.

altar maggiore: dipinto Martirio dei Santi Gervasio e Protasio (1910) di G. Ponga, in sostituzione dell'originario I due Santi titolari in gloria ('700) di G. Lazzarini, che bruciò nel 1908, pare a causa di una candela.

alla parete sinistra: dipinto Gioacchino scacciato dal tempio (1587) di D. Tintoretto, qui portato nel 1847 proveniente dalla soppressa chiesa di Santa Maria Mazor.

cappella a sinistra della maggiore:

cappella milledonne

dedicata a Sant'Antonio e realizzata grazie alla generosità di Antonio Milledonne, segretario ai Consigli, sepolto ai piedi dell'altare.

alla parete destra: tavola San Crisogono a cavallo (1444 circa) capolavoro di M. Giambono. Unico esempio a Venezia dell'iconografia del Santo martire.

all'altare: dipinto Tentazioni di Sant'Antonio (1577 circa) di J. Tintoretto, commissionato da Antonio Milledonne.

lato sinistro, braccio del transetto:

cappella

alla parete destra: dipinto Maria Maddalena (fine XVI secolo) attribuito a L. Corona. segue: dipinto San Giovanni Evangelista (fine XVI secolo) attribuito a L. Corona.

all'altare: dipinto Salvatore benedicente (XVI secolo) di Scuola veneziana.

alla parete sinistra: dipinto Madonna col Bambino (inizi XVI secolo) di Scuola veneziana.

lato sinistro, braccio del transetto:

cappella del santissimo sacramento

sul pilastro a sinistra è scolpita la data 1556, probabile anno della conclusione dei lavori di restauro. I dipinti vennero commissionati dalla schola de devozion del santissimo sacramento, proprietaria della cappella. Il cubo perfettamente proporzionato è sormontato da un cupolino a lanterna, richiamo alle molte cupole delle chiese urbane, di quelle che in particolare hanno un più profondo legame con San Marco. Nella cappella si ritrova la più ricca decorazione scultorea della chiesa.

alla parete destra: dipinto Ultima Cena (1564-66) di J. Tintoretto,

destra dell'altare: statua Davide (1700-1725) maniera del Marchiori. al di sopra: Arcangelo Gabriele, singolarmente sulla destra (Annunciazione).

all'altare: edicola del sacramento (XVI secolo), maniera di A. Vittoria.

paliotto: bassorilievo Comunione degli Apostoli (XVIII secolo) di Anonimo, aggiunto all'epoca del restauro settecentesco, e lunetta Cristo e il centurione (ante 1743) di F. Polazzo, qui portata dalla soppressa chiesa di San Stin.

sinistra dell'altare: statua Melchisedech (XVIII secolo) maniera del Marchiori. al di sopra: Vergine Maria singolarmente sulla sinistra (Annunciazione).

alla parete sinistra: dipinto Lavanda dei piedi (copia antica tratta dall'originale del Tintoretto, ora presso la National Gallery di Londra).

lato sinistro, braccio del transetto:

cappelletta della pietà

terminata nel 1591.

alla parete: tela centinata Pietà (1600 circa) di J. P. il Giovane.

lato sinistro, terza cappella:

cappella della nativita'

all'altare: dipinto Natività di Maria (1591-1603), di J. Palma il Giovane. Probabilmente commissionato dalla schola de devozion de la natività.

paliotto: Natività (tondo al centro).

lato sinistro, seconda cappella:

cappella lion

dedicata ai Santi Francesco e Domenico, venne eretta per volere del senatore Domenico Lion, e terminata nel 1600.

all'altare: dipinto Madonna con Bambino in gloria tra San Giovanni, San Marco, Santa Lucia, San Francesco e San Domenico (1621 circa - 1628), di J. Palma il Giovane.

lato sinistro, prima cappella:

cappella barbarigo

dedicata a San Liberale, venne edificata nel 1600.

all'altare: pala Incoronazione della Vergine e Santi (1618), di P. Malombra.

in sagrestia:

con bella mobilia presbiteriale.

parete destra: dipinto Crocefissione (fine XVI secolo) di Scuola veneziana. segue: San Pietro (XVI secolo) di Scuola veneziana. segue: Vergine adorante (XVI secolo) di Scuola veneziana, proveniente dalla soppressa chiesa di Santa Maria Mazor. segue: sei ritratti di parroci (XIX e XX secolo) di Anonimi.

 

L'esterno e le due facciate:

Irrisolto l'autore della ricostruzione della chiesa, ad ogni buon conto l'originale soluzione adottata ha fornito l'edificio di due entrate con facciate gemelle.

Quella principale, è rivolta verso campo San Trovaso. E' del tipo a capanna a doppio ordine, affiancata da due strette ali sottolineate da lesene con capitelli corinzi che nel secondo ordine vengono raccordate alla parte centrale da elementi curvilinei a doppia voluta. Elementi di rilievo sono il portale e la grande finestra semicircolare, che occupa l'intera superficie della campitura superiore; il timpano triangolare conclude la fronte.

L'altra facciata, in corrispondenza del braccio destro del transetto, si eleva lungo il rio de San Trovaso; anch'essa strutturata a capanna e a doppio ordine, affiancata sulla stessa linea dal campanile.

A seguito del rovinoso crollo del 1583, rimasero parzialmente in piedi solo due cappelle con le proprie decorazioni pittoriche: la cappella milledonne e la cappella del santissimo sacramento che insieme alla tavola San Crisogono a cavallo di M. Giambono e Angeli recanti i segni della Passione e sui lati angeli musicanti del Maestro di San Trovaso costituirono il nucleo iniziale pittorico per la chiesa successiva. Quando all'inizio del '600 si avviò la nuova fase della decorazione interna, l'opera venne affidata principalmente agli esponenti del tardo manierismo veneto (Palma il Giovane, Tintoretto, Malombra).

L'arredo pittorico della chiesa continuò anche nei secoli successivi, senza che tuttavia riuscisse a giungere integro ai nostri giorni.

Nel 1810, in seguito ai decreti napoleonici di soppressione, altri dipinti provenienti dalle chiese soppresse di San Basegio, Ogni Santi, Santa Maria Mazor, si aggiunsero alle opere già esistenti.

Il radicale restauro del 1857 rinnovò quasi tutti gli altari, ma in quell'occasione anche molte delle opere presenti vennero sostituite.

L'interno e le due entrate:

entrando attraverso il portone principale si resta colpiti dalla dimensione complessiva dell'edificio e dalla sua notevole luminosità interna, che interessa anche la zona del presbiterio, rischiarata dal finestrone dell'abside. Il punto focale è rappresentato da questa parte dall'altar maggiore (dove viene celebrata l'Eucaristia).

Entrando invece attraverso il portone laterale si ha l'opportunità di cogliere la splendida visione d'insieme costituita dalla cappella del santissimo sacramento (dove l'Eucaristia viene conservata per l'adorazione dei fedeli).

Per quanto riguarda la pianta della precedente chiesa cinquecentesca, di fronte all'assimetria della cappella del santissimo sacramento, che essendo parzialmente sopravvissuta al crollo, si presuppone sia stata ricostruita sullo stesso sedime dell'edificio preesistente, questa avrebbe dovuto essere costituita da cinque navate, come anche alcune testimonianze riportano.

Dopo la ricostruzione, l'interno si presentava, come oggi, con pianta a croce latina ad una sola navata longitudinale. Ai lati della navata si aprono gli archi delle cappelle laterali alternati a tratti di muratura continua.

La navata termina davanti al transetto, che guida lo sguardo verso il presbiterio absidato e, a sinistra, verso la cappella del santissimo sacramento.

Campanile (campaniel):

posto in linea con la facciata della chiesa che si eleva lungo il rio de San Trovaso, non ha canna molto alta ma è caratterizzato dalla monumentale cella campanaria a bifore con parapetto rilevato da marcapiano e cornice superiore in forte aggetto, conclusa con un tamburo ottagonale.

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