la mariegola |
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Il 16 giugno 1451 il Consejo dei Diese concede ai barcaroli che lavoravano a Rialto, presso la riva del fero (poi divenuta riva del vin) di costituire la propria schola. Una nota riportata a margine del decreto, avverte che i Diese avevano inoltre riconosciuto alla schola la facoltà di stabilirsi nella chiesa di San Zuane Lateran, anziché in quella di San Zuane de Rialto. Nel 1453 la mariegola viene approvata dai Provedadori de Comun uniti ai Giustizieri Vechi. Vi sono riportate le consuete disposizioni relative a: benintrada (tassa di iscrizione); luminaria (contributo annuo); obbligo della partecipazione alle funzioni religiose in suffragio dei compagni defunti; obbligo di presenziare alla messa in chiesa San Zuane Lateran; infine, l'ormeggio di quattro barche a Rialto e di quattro a San Marco "per necessitade del Dose". A tutti gli iscritti la distribuzione di "pan et candela" il giorno della festa di San Giovanni Laterano. Nel 1454 i Provedadori de Comun e i Giustizieri Vechi approvano 30 dei 34 capitoli della mariegola, la quale nel 1465 sarà a sua volta interamente approvata dai Capi del Consejo dei Diese. Nel 1523 il Capitolo ribadisce che coloro che non si trovino quel giorno di servizio alla riva, hanno l'obbligo di partecipare all'accompagnamento alla sepoltura dei compagni defunti. Nel 1554, notando come cosa indegna che nel giorno di San Giovanni Battista si spenda una cifra assai elevata per preparare il pasto a base di "pane, vino, formazo", il Capitolo decide che quei soldi vengano piuttosto dati ai compagni "poveri, ammalati, vechi despossenti". Nel 1580 il Gastaldo si adopera con successo per comporre una lite sorta con la schola di Sant'Alessandro in merito alla suddivisione delle spese occorse per le "banche de noghera" fatte costruire ed installare nelle due cappelle confinanti. Nel 1586 la mariegola è indicata essere quella dell'arte dei peateri, mentre nel 1590 viene deciso che per appartenere all'arte (in qualità ora di barcaroli) sarebbe stato necessario aver prestato servizio per tre anni continui in gondole di nobili o cittadini. Nel 1631 i Provedadori sora la Giustizia Vechia approvano il modello che viene loro presentato dalla schola per il rifacimento dell'altare. Nell'agosto del 1768 il Senato, stancatosi delle continue lamentele che vengono portate alla sua attenzione dai mercanti in merito alle continue e pesanti sottrazioni di merci che avvengono durante le movimentazioni, ne decreta la soppressione, essendo dimostratasi la schola "troppo gravosa al popolo e al commercio, annullando ogni suo capitolo, privilegio, matricola, cosicché se ne perda di quella la memoria e non abbia più a risorgere". Nel settembre di quello stesso anno, il Senato ordina che quanto appartenesse all'Arte, compreso l'altare, fosse consegnato al più presto ai sacrestani della chiesa di San Silvestro, mentre invece per quanto riguardava la mariegola e gli altri libri, questi dovessero essere quanto prima "lacerati". La severità della disposizione venne ribadita nuovamente nel 1786, quando il Senato nemmeno prese in considerazione la richiesta avanzata da un gruppo di ex compagni di ricostituire l'Arte dei barcaroli de Venexia e peateri, sebbene essi si fossero dichiarati pronti ad allestire, a proprie spese, i due ponti votivi (dei quattro "storici" che venivano predisposti in città, includendo quello del Redentore e quello di San Michele) per la festa di Sant'Antonio (13 giugno) e della Madonna della Salute (21 novembre), nonché di versare fino a 60 ducati l'anno nelle casse della Milizia da Mar. |
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