La sarìa curiosa ... |
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Ca' Brass (casa Brass) venne costruita nel 1925 ai piedi del ponte San Trovaso, con la facciata principale a guardare fondamenta Sangiantoffetti (oggi, si spera provvisoriamente, denominata per errore fondamenta toffetti), prima che si apra il campo San Trovaso che guarda a levante, dove prospetta la facciata orientale della ciexa San Trovaso. Ca' Brass ha alcune particolarità che meritano certamente di essere viste. Innanzitutto sui due prospetti si trovano murate oltre venti fra patere, rilievi e frammenti di fregi, realizzati prevalentemente in marmo greco e di fattura medievale, provenienti dalla ricca collezione lapidea che il proprietario, il celebre pittore Italico Brass, teneva in fondamenta de l'Abazia, Contrada San Marzillan, Sestier de Canaregio, presso la vecchia sede della schola granda de la Misericordia (divenuta poi schola picola dei testori de pani de seda o samiteri), nel periodo in cui la ebbe in concessione utilizzandola quale studio personale. Fra le tante testimonianze artistiche, tre però sono i rilievi che rivestono un carattere di vera e propria curiosità: i due mascaroni (maschere grottesche), la piera da camin (pietra da camino) e il salvadego (selvaggio). A similitudine con il mascaron collocato sopra la porta d'entrata del vicino campaniel della ciexa di San Trovaso e con quello, altrettanto celebre, nella lontana Contrada Santa Maria Formosa, Sestier de Castelo, anche in questo caso i due mascaroni, non trattano dei visi di signore pesantemente truccate, per cui, come si dice a Venezia: me paré do mascaroni ! (mi sembrate due maschere paurose!), ma di due teste antropomorfa. Il primo è collocato sopra la trifora dell'abbaino che guarda in fondamenta Sangiantoffetti e il secondo sopra la porta d'ingresso in campo San Trovaso. Sopra la medesima porta d'ingresso in campo San Trovaso, alla base della canna fumaria, si trova anche la piera da camin, in cattivissimo stato di conservazione a causa della progressiva disgregazione della pietra, raffigurante il Dio Vulcano al lavoro nella sua fucina con martello ed incudine, con accanto Cupido che regge una freccia. Infine, verso l'angolo, è collocato ciò che però mi intriga di più: l'altorilievo tardogotico (secolo XIV) raffigurante il salvadego o, se si preferisce un linguaggio più forbito, un homo silvanus con il corpo coperto di peluria ed una grossa clava accanto. Dato il soggetto dall'aria mitologica (la clava è l'arma di Ercole), c'è chi si è impegnato a lungo nel tentativo di interpretarne il senso, ed in molti hanno poi concluso: mistero! Va detto che una raffigurazione simile a questa, specialmente per il folto pelo, è collocata sulla facciata di Ca' Boldù in Contrada Santa Maria Nova, Sestier de Canaregio, (vedi el vecio pien de peo), tuttavia essa non ha in realtà alcuna lontana attinenza con il salvadego. Spostiamoci allora alla parte opposta della città in Contrada San Marzillan, Sestier de Canaregio: qui, in fondamenta dei mori, sopra una mensola squamata è posto un altorilievo di arte romana raffigurante un Ercole ignudo con clava e albero a fianco. Prima coincidenza: l'edificio abbellito da Ercole è stato a lungo la caxa dove abitò un altrettanto celebre pittore: il Tintoretto. Seconda coincidenza: i critici d'arte ritengono che data l'eterogeneità dell'altorilievo di Ercole rispetto al contesto, non può essere escluso che la scultura sia stata fatta qui murare per decisione dell'artista. Terza coincidenza: fondamenta dei mori dista non più di cinque minuti da fondamenta de l'Abazia. Parafrasando Sherlock Holmes: tre coincidenze fanno già un indizio.
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