la mariegola

schola de Sant'Aniano

dei calegheri e zavateri

SESTIER DE

 S. POLO

Le prime riduzioni (riunioni) del Capitolo si tennero presso la chiesa della Carità, dove i compagni veneravano il corpo del loro patrono, Sant'Aniano, che in questo tempio stava custodito.

Nel 1439 il piovan di San Toma' vendette all'Arte l'area di terreno grazie al quale venne preparato il progetto per la costruzione dell'albergo della schola.

Secondo quanto riportato nel decreto della visita pastorale fatta dal patriarca Badoer nel 1698, è nel corso del 1446 che l'edificio può dirsi completato. Ciò in particolare è attestato anche dall'iscrizione (oggi purtroppo fortemente deteriorata) incisa sul pilastro d'angolo sinistro, guardando la schola da campo San Tomà:

1446 ADI 14 XB

FU COMPRADO

QUESTA SCOLLA

DI L'ARTE

DI CALEGERI

 

Nel 1455 il patriarca Giustiniani approva il contratto perfezionato dalla schola per l'acquisto di un'area che non viene esattamente individuata in mariegola, ma certamente situata sotto l'antico portego (poi demolito) della chiesa di San Toma'. L'intenzione è di utilizzarla per la sepoltura dei defunti della schola.

Nel 1457 il Capitolo approva la costruzione di due arche da ricavarsi appunto "soto el portego de la ciexa" e destinate alla tumulazione dei compagni.

Verso la fine del 1478 sull'architrave della porta d'entrata, al di sotto del bassorilievo che riproduce il Santo patrono della schola inginocchiato davanti a San Marco, viene incisa l'iscrizione che segue, con ai lati e al centro altrettanti bassorilievi che raffigurano modelli di calzature dell'epoca medievale:

MCCCCLXXVIII ADI XIIIIII SENBRIO NE

TEMPO D.M. POLO DE MAS. LUCHA DE

GREGUOL ZANE

 

Nel 1580, l'edificio subì un primo radicale restauro, come testimonia l'iscrizione incisa sul pilastro d'angolo destro della schola, vista da campo San Tomà:

 

M D L X X X

IN TEMPO DE MIS

MARCHO CAPO

GROSSO DAL

CHAMPANIEL

GASTALDO ET

MISTRO ZUANE

DAL FRATE MASER

MISTRO GIULIO

DALA NOVIZZA

SCHRIVAN ET

CHOMPAGNI

FU RESTAURADA

 

Nel 1591, nel corso della visita alla schola, il patriarca Priuli ordina che anche qui, come in tutte le schole, la messa non si celebri più sull'altare in legno, collocato a piano terra. Il prelato sollecita la costruzione, al primo piano, di un altare in pietra, da collocare sulla parete che guardava campo San Tomà.

Nel 1639 viene annotato che la mariegola ha "fornimento d'arzento", mentre in un successivo inventario è detto che tali argenti pesavano in tutto 36 once, ed erano dorati.

Nel 1727, per loro abbellimento, sulle pareti dei locali della schola si trovano appesi sedici quadri. 

Nel 1742 il Capitolo approva la spesa per la costruzione di un divisorio dietro all'altare e di una scala in pietra (ancora oggi esistente) per salire al piano superiore.

Nel 1770 essendo improvvisamente crollato il tetto della chiesa di San Tomà, nel mentre vengono intrapresi i lavori di ricostruzione, il Santissimo viene momentaneamente custodito nei locali della schola; scelta alquanto infelice, a dire del piovan, che raccomanda che in caso di future necessità non si ricorra più all'aiuto della schola.

Nel 1771 il Capitolo approva un radicale intervento di restauro della schola, la cui spesa verrà sostenuta con una dilazione dei pagamenti, come già era stato fatto in occasione dei lavori del 1742.

Per alcuni giorni del mese di settembre del 1780 le messe parrocchiali vengono celebrate nei locali della schola, ciò al fine di permettere agli operai di smontare le armature utilizzate per rifare il soffitto e le relative pitture.

Nel 1783 un inventario individua nei locali della schola, "tra sora e da basso" l'esistenza di 19 quadri.

Nel 1790 per la festa del patrono Sant'Aniano, che ricorre il 2 dicembre, viene celebrata una messa cantata alla chiesa della Carità, dove ancora è custodito il corpo del Santo. Il Capitolo dispone di festeggiare anche la ricorrenza di San Lodovico, il 25 agosto, per gratitudine della schola essendo stata vinta in quel giorno una causa contro il Fontego. Viene infine annotata la spesa mensile sostenuta per mantenere acceso tutta la notte il "publico feral" che è collocato "sul canton de la schola".

Nel 1793 viene finalmente completata la costruzione del nuovo altare in marmo e i Provedadori sora monasteri concedono all'Arte di ricevere in custodia "dalla pubblica munificentia" il corpo del patrono, che così viene qui trasferito dalla chiesa della Carità.

 

Caduta la Repubblica nel 1797, al momento della soppressione della schola avvenuta nel 1805 a causa degli editti napoleonici, nell'edificio si trovano 12 quadri "di niun pregio e in cattivo stato".

CONTRADA

S. TOMA'

CAMPO

S. TOMA'

somegie >>

 

regalo al Dose >>

 

<< va indrìo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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