la mariegola

schola dei Santi Barbara e Omobono

dei sartori

SESTIER DE

 CANAREGIO

Dal 1391 l'Arte ottenne dai Crosechieri per la propria sede la concessione di alcuni locali posti al pianterreno e al primo piano del convento. L'interno della schola venne col tempo abbellita da molte pitture: lungo le pareti correva un fregio di piccole figure, con scene della vita di Santa Barbara, attribuito alla giovinezza del Tintoretto e sul soffitto, suddiviso in otto comparti, si potevano ammirare i Quattro Dottori della Chiesa e i Quattro Evangelisti con al centro il Padre Eterno, lavoro di scuola del Tiziano. Sull'altare, nella stanza a pianterreno, era posta una pala che raffigurava Madonna e Santi, opera di Bonifiacio de' Pitati, datata 1533: l'opera, oggi alle Gallerie dell'Accademia, ha al centro la Madonna con il Bambino e San Giovannino e ai lati Santa Barbara e Sant'Omobono, patroni dell'Arte; in basso, poggiate sui gradini, le forbici, simbolico quanto prezioso strumento dei sartori. Un piccolo gonfalone era stato dipinto dal Segala e nel salotto di sopra avanti il Banco era collocato un quadro del Giorgione: Maria, il Bambino, Santa Barbara e San Giuseppe.

Nel 1485 la schola ottenne la custodia del corpo di Santa Barbara, patrona anche della schola dei bombardieri, che  in quel tempo si venerava nella chiesa dei Crosechieri, avendo in consegna anche due delle tre chiavi che servivano per aprire il reliquiario della Santa.

Nel 1494 il Senato attestava che da almeno quindici anni la schola aveva acquistato un'area di terreno dai Crosechieri per costruirvi il proprio ospizio da destinare all'assistenza dei confratelli poveri.

Nel 1533 viene consegnata da Bonifacio de' Pitati la pala La Madonna con Bambino e San Giovannino tra Santa Barbara e Sant'Omobono, ora alle Gallerie dell'Accademia ma in origine sull'altare della sala al pianterreno della schola.

Nel 1543, viene concessa alla schola l'autorizzazione alla ricostruzione della fabbrica dell'ospizio, che era stato distrutto da un furioso incendio.

Nel 1515 il Capitolo dichiara che nell'ospedale della schola vivono diciassette confratelli poveri ed impotenti, con le loro famiglie al seguito, in tutto circa una cinquantina di persone che non hanno alcun guadagno e non possono essere sottoposti a tassazione.

Nel 1561 le riduzioni del Capitolo sono ospitate nel chiostro dei Crosechieri; negli antichi registri dei confratelli della schola granda de la Carità, i sartori sono elencati sotto il simbolo di una forbice.

Nel 1797 si dichiara che l'Arte è stata fondata nel 1300; solo i Capi Maestri che hanno superato la prova d'arte possono esercitare il mestiere. La luminaria viene riscossa con importo differente a seconda che il Capo Maestro sia un veneziano oppure sia nato fuori di Venezia.

 

Dopo la soppressione della schola, avvenuta nel 1806 in conseguenza dei decreti napoleonici, nel corso dell'800 il convento dei Gesuiti venne trasformato in caserma e tra le vestigia esterne, anche di altre schole, sopravvissute alle distruzioni, in campo dei Gesuiti, vicino al civico 4881, si può ancora osservare sull'architrave marmoreo di una bassa finestra, ripetuto entro due piccoli ovali il bassorilievi raffigurante le forbici aperte e una freccia, che costituiva il simbolo dell'Arte. L'edificio dell'ospeal, oggi divenuto nel frattempo una casa privata, sussiste ancora situato poco distante lungo la fondamenta dei Sartori.

 


 

 

 

 

 

CONTRADA

SS. APOSTOLI

CAMPO

DEI GESUITI

<< va indrìo

 

 

CALLE DE LA VESTE

(San Fantin)

 

CALLE E FONDAMENTA

DEI SARTORI

(Santi Apostoli)

 

CORTE DEL TAGIACALZE

(San Piero de Castelo)