SESTIER DE

CASTELO

ciexa de San Zorzi dei Greghi

CONTRADA

S. ANTONIN

 

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Cenni storici:

Vari sono gli edifici che oggi compongono la sede della comunità greca a Venezia. Visto dal ponte dei greghi, il complesso architettonico si distacca nettamente dall’ambiente circostante: nell’elegante recinto urbanistico, circondato dalla balaustra ed introdotto da un pavimento marmoreo, si erge la chiesa, costruita per ospitare la folta comunità greca che qui pervenne dopo la caduta di Costantinopoli (1453), e che fra il Quattro e il Cinquecento contò almeno 4.000 profughi che trovarono sicura ospitalità presso la Repubblica.

Nel 1514, dopo aver ricevuto la concessione ufficiale da parte di papa Leone X di potersi dotare di una propria chiesa, poco tempo dopo i Greghi ottennero l'assenso della Signoria per procedere all'acquisto di un’ampia area prospiciente il rio de San Lorenzo, in Contrada Sant'Antonin, Sestier de Castelo.

Nel giugno del 1526 il Consejo dei Diese autorizzò la comunità greca alla costruzione del proprio edificio religioso, e tanta era la voglia di veder concretizzare la lunga aspirazione di poter disporre di un luogo proprio che già nel 1527 si officiava provvisoriamente in una piccola Cappella in mattoni e tavole.

Per sopraggiunte difficoltà finanziarie, i lavori di costruzione non poterono iniziare che nel 1539, su modello disegnato da Sante Lombardo che risentì degli influssi sansoviniani e dei moduli estetici della tarda rinascenza. Per evidenti ragioni di spazio, l’edificio venne impostato stretto e sviluppandosi in altezza, e l’architetto condusse i lavori fino al 1548, anno in cui venne sostituito da G.A. Chiona che portò a termine la fabbrica con qualche variante rispetto al disegno originario. Nel 1561 ebbe luogo la  consacrazione a San Giorgio. Più tarda la realizzazione della cupola, che fu innalzata nel 1571, ad opera pare di tale Maestro Andrea.

Ricavata nel cortile posto a meridione della chiesa la cisterna per l’acqua dolce, abbellita dalla vera da pozzo (XV secolo), gradatamente, in base alle disponibilità finanziarie, la comunità portò a compimento gli altri edifici: l'ospedale, l'archivio, la schola de San Nicolò, ed infine la scholetta greca (collegio greco Flangini), ultima realizzazione del complesso che fu possibile attuare nel 1678 grazie ad un lascito testamentario.

Caduta la Repubblica nel 1797, grazie ad una delle pochissime deroghe previste dai decreti napoleonici di soppressione del 1806, la comunità greca vide confermata la propria funzione nonché la proprietà di tutto il patrimonio.

Importante centro internazionale della cultura ellenica, ai nostri giorni l’antico complesso è sede del primate greco ortodosso per l'Europa Occidentale.

Opere d’arte all’interno:

interno disegnato ad una sola navata rettangolare, con cupola centrale emisferica.

 

controfacciata:

sopra la porta d’entrata è collocato il barco.

 

cupola:

situata in posizione centrale rispetto alla fabbrica, è adornata da affreschi di G. da Cipro (1589-1590)

 

lungo le pareti laterali:

è disposto l’antico coro (1574-1577), dalle cui fila di sedili lignei il pubblico dei fedeli segue la funzione.

a destra: oltre un elegante seggio, si trova il pulpito opera di G. Grapiglia (1597)

a sinistra: cenotafio dell’arcivescovo Gabriele Severo di Filadelfia (m.1616) opera di B. Longhena.

 

fra le ultime due grandi finestre prima dell’iconostasi:

a destra: grande mosaico, datato 1666

a sinistra: grande mosaico, di fattura moderna su antica iconografia.

 

davanti all’iconostasi:

trovano posto quattro grandi candelabri in bronzo della scuola del Vittoria, fusi al principio del secolo VII; è presente anche un ricchissimo leggìo in tartaruga e madreperla (1663).

 

iconostasi:

Templon

L’iconostasi, caratteristica del rito greco-ortodosso in quanto separa il presbiterio dalla navata (che costituisce il templon), si estende dal soffitto al pavimento, ed è interamente dorata e decorata con pitture dei maggiori artisti di scuola greco-bizantina e cretese.

arco trionfale: Annunciazione, grande mosaico in cui le figure sono collocate ai lati del grande occhio centrale. Opera di A. Gaetano (principio secolo XVII).

sull’architrave: Dodici feste della Chiesa (secolo XVI) opera di M. Damaskinòs.

arcata centrale: grande crocifisso completamente rivestito di lamina d’argento.

al centro: la “Bella Porta” con le ante decorate dalle figure di Abramo e di Melchisedech, opera di E. Zane di Candia.

a destra: notevole raffigurazione del Cristo Pantocrator di artista bizantino della fine del secolo XIV.

sui pilastrini: la Vergine, il Redentore e i santi greci: San Nicolò, San Giorgio, San Giovanni Battista, Santi Cosma e Damiano. Tutti sono rivestiti di camicia in lamina sbalzata di argento e oro, opera di M. Damaschinòs.

 

cappella centrale:

Jeron

al di là della “Bella Porta”, si apre l’abside, lo Jeron, considerata la zona più sacra e perciò riservata al solo sacerdote.

parete centrale: la mensa d’altare, isolata sotto il ciborio con absidiola affrescata con Apostoli e Santi Greci da M. Damaschinòs (secolo XVII).

abside: Pantacrator, mosaico opera di G.A. Marini (principio secolo XVII).

parete interna: Ultima Cena, tavola di B. Emborios di Creta (1606).

 

cappella a destra:

Diaconicon

all’altare: Deposizione, rilievo ligneo dipinto, opera di E. Zane di Creta (secolo XVII).

nell’abside: Ascensione, opera di G.Ciprioto (1593).

 

cappella a sinistra:

altare della preparazione

alla parete: stava la Vergine con camicia di argento, la più antica icona bizantina della chiesa (secolo XIII), portata a Venezia da Costantinopoli dopo la caduta dell’Impero (1453) e ora la museo delle icone.

nell’abside: Deposizione, opera di M. Damaschinòs (secolo XVII).

 

Facciata e portale:

Nelle linee che la inquadrano in un semplice ritmo geometrico di grande equlibrio, la facciata ricorda certamente le opere di J. Sansovino.

Il corpo centrale si allunga spingendo in alto l’attico di coronamento che sopravanza la linea del tetto, concluso dal timpano che viene ripreso in piccolo nelle due ali laterali, ove si ripete uno stesso modulo (finestre incolonnate e divise da una fascia a metà altezza).

La facciata è divisa in due ordini, in quello inferiore trova posto il portale e le due finestre laterali, in quello superiore il rosone centrale e le due nicchie laterali. Le cornici di scansione degli ordini si ripresentano sui fianchi che sono caratterizzati dalla presenza di una doppia fila di finestre assiali, quelle superiori molto più ricche architettonicamente. Al centro, in linea con la cupola, si apre l’elaborato portale laterale.

Di notevole interesse le absidi, presso cui sorgeva un tempo l’antico cimitero.

Il campanile

Isolato, verso il rio dei greghi si erge il campanile, oggi fortemente inclinato a causa di un cedimento delle fondazioni avvenuto, secondo le cronache, già in fase di realizzazione e prima che venisse completata la cella campanaria.

Venne costruito fra il 1587 e il 1592 da B. Ongarin, su disegno del Proto Simone Sorella.

Le tracce di una loggia alla base del campanile testimoniano la presenza di altri edifici oggi scomparsi.

 

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